Sette anni di processo, poi le assoluzioni. Qualche giorno fa si è chiusa, Do ut des, l’inchiesta mediaticamente più potente sulla corruzione post sisma nel cratere 2009.
Vladimiro Placidi, già assessore ai beni culturali con la Giunta Cialente, artefice della sponsorizzazione Eni per la basilica di Collemaggio, dell’opera di Beverly Pepper al Parco del Sole, dell’avvio dei lavori al San Filippo e al Teatro comunale come pure di quelli sulla de Amicis e tanto altro, amico caro e profondo conoscitore della storia della città, mi racconta di questi suoi anni.
Sono passati sette anni.
Sei anni dall’inizio del processo, sette anni dall’avviso di garanzia. Sette anni sono tanti. Il corpo umano si modifica, figuriamoci rimanere sospesi in un limbo tra certezze interiori e le incertezze che provengono dall’ambiente esterno. Come sei visto, come sei guardato e giudicato, è un processo interiore un processo nel processo ti chiedi dove hai sbagliato perché è successo è l’interiorizzazione di un dolore dell’anima.
Come si cura un dolore dell’anima?
Nessuna assoluzione lo potrà mai curare e ti potrà mai ripagare perché nel frattempo ti sei trasformato non sei più quello di prima sei qualche altra cosa devi ritrovare la serenità e ci riesci solo se hai intorno valori importanti come la famiglia, amici pochi, persone che ti stimano senza pregiudizio.
Credi ancora nella giustizia?
Sì, il mio senso di giustizia non è venuto meno non c’è società senza giustizia, ma la giustizia come tutta la società ha subìto uno scivolamento da cui sarebbe necessario risalire e la politica dovrebbe farsene carico. Anche se tardi è emersa una verità processuale che comunque è verità.
Lavori nel restauro e con le Sovrintendenze di tutt’Italia com’è andata in questi anni?
Il fatto di essere finito in un’indagine così complessa e mediaticamente forte mi ha penalizzato nel lavoro e con la libera professione ho avuto problemi economici perché purtroppo un avviso di garanzia seguito da misure cautelari ti rende già in via pregiudiziale quasi colpevole.
In effetti funziona così…
Ogni lamento sarebbe un abbaiare alla luna, i giornali spesso leggono solo le carte della Procura e non si pongono delle domande, leggono e riportano, se leggessimo tutte le carte troveremmo altri pezzi di verità e invece sei già colpevole.
Cosa farai ora?
Di vita fai necessaria virtù e capisci che non sei né il primo né l’ultimo è ancora presto per dire come agirò continuerò a fare le cose che facevo e in maniera pacata arricchendo la mia vita più che allungarla.
Contribuirai ancora alla cosa pubblica?
Se tornassi indietro rifletterei sul fatto di accettare un incarico pubblico, l’indagine è partita prima se non fossi stato assessore non avrebbe avuto tanto clamore se fossi stato un semplice tecnico forse non mi avrebbero neanche sottoposto a misure cautelari.