30 Mar 19

2009/19. Dieci anni dopo senza verità

Domani, dieci anni fa, la riunione della Commissione Grandi Rischi all’Aquila, a seguito della brutta scossa del 30 marzo 2009. La Commissione rassicurò la cittadinanza sullo sciame sismico in corso dal precedente dicembre. Sei giorni dopo, un sisma catastrofico di magnitudo 6.3, la tragedia e 309 vittime. Dieci anni dopo, la memoria senza verità. L’intervista a Vincenzo Vittorini che in quella notte perse moglie e figlia, oggi vive con suo figlio Federico.
 

Perché la verità non interessa.
Non vogliono le istituzioni perché invischiate nel profondo e conferma che lo Stato non ha funzionato. Come i depistaggi sul caso Cucchi e Regeni è lo stesso Stato che cerca la verità in altri Stati ma non dentro se stesso, per tutte le stragi è l’omertà che fa paura. E la verità va con la memoria. A dieci anni non c’è un luogo della memoria la comunità non lo vuole le istituzioni non lo vogliono ma se la comunità non lo capisce è compito delle istituzioni farsene carico e non è di parte, non è né di Cialente né di Biondi e non può procedere per interventi spot. 

La memoria di una tragedia.
Il luogo della memoria non è un luogo d’angoscia dove ci si fa il segno della croce ci si batte il petto e si sta male è un luogo del passato ed un luogo per ricordare che non dovrà accadere mai più. Per ricordare chi non c’è più ed un messaggio positivo di prevenzione, giustizia e sicurezza. Ground zero a memoria dell’11 settembre 2001 ti prende dentro esci da quel luogo segnato pensando che la violenza ed il terrorismo non debbano accadere mai più in nessun luogo del mondo, qui significherà il mai più di luoghi poco sicuri, mai più l’insicurezza sui trasporti, sui ponti, nelle scuole, negli uffici, nelle strade, nelle chiese e nelle case.

Si batte da anni per la verità, la prevenzione e la sicurezza.
In questi anni è nato il coordinamento di tutte le stragi è il Noi non dimentichiamo per la prevenzione, la sicurezza, la giustizia e la verità. Le stragi sono tutte uguali nelle stragi c’è dolo, la comunità non deve dimenticare deve ricordare per prevenire e migliorare il futuro. 

Cosa intende per dolo.
Le istituzioni hanno messo la verità sotto il tappeto con processi farsa. All’Aquila doveva passare la tesi che non fosse successo nulla. Invece è successo tutto e queste cose vanno tirate fuori con un’assunzione di responsabilità altrimenti non cambierà mai nulla.
Nel corso del processo alla Grandi Rischi ci dissero che Gian Michele Calvi avrebbe potuto avere la candidatura al Nobel, anche i nostri ragazzi morti sotto le macerie anche mia figlia avrebbe potuto aspirare al Nobel, se hai sbagliato devi pagare la pena deve essere alta e commisurata al ruolo e alla responsabilità invece Bernardo De Bernardinis, ex vice capo della Protezione civile, è stato promosso all’Ispra, Istituto superiore per la ricerca ambientale che pure si occupa di prevenzione e sicurezza. 

Quale verità doveva passare.
L’Aquila avrebbe dovuto essere la paladina della verità invece siamo stati lasciati soli. La verità che doveva uscire fa comodo allo Stato, quella vera è nelle carte è in Tribunale c’è tutto è tutto lì ma non l’hanno voluta prendere in considerazione. Fabrizia Ida Francabandera che emise la sentenza di assoluzione di secondo grado della Grandi Rischi è stata poi promossa a presiedere la Corte d’Appello, l’allora presidente della Corte d’Appello, Stefano Schirò, è stato promosso presidente di sezione in Cassazione. Marco Billi, il giudice di primo grado che condannò per omicidio gli esperti oggi è a Sulmona è l’unico che sa è l’unico che volle leggere le carte. La maggior parte di loro non ha neanche letto le carte. Non è vero che le sentenze si accettano io posso criticarle perché ho visto le carte. Enzo Boschi scomparso lo scorso dicembre è morto con questa pena, lui sapeva, conosceva il pericolo e nessuno lo ha preso in considerazione. 

Un decennale difficile.
‘Fatti di Memoria’ è un presidio in centro storico, in via Verdi, 6, organizzato da un gruppo di associazioni attivo dal 30 marzo al 7 aprile ed è il vero ricordo del decennale nessun’altra cosa sarà così. Non servono fondi, ma fatti. 

Intende il milione 700mila euro stanziato.
1milione e 700mila euro per fare cosa? Non puoi fare un festival non è Matera. All’Aquila non c’è nulla da festeggiare parte tutto dal ricordo di una tragedia, è giusto dire che la città rinasce ma con pacatezza ho sentito parlare di festival non siamo a Sanremo. Memoria significa dire che lo Stato ha sbagliato il nostro è un presidio collettivo per narrare davvero quello che è accaduto, un milione e 700mila euro non va mescolato con la memoria le istituzioni sono state invischiate se non lo riconosci alimenti un deficit di partenza, offuschi il buono che c’è stato, noi vogliamo la verità e ancora oggi non è riconosciuta. 

Cialente presenta oggi il suo libro ‘L’Aquila 2009. Una lezione mancata’.
La sua colpa più grossa è aver permesso l’assoluzione dei sei membri della Grandi Rischi con la sua testimonianza in primo grado. Ha fatto la sua parte è invischiato allo stesso livello degli altri. Gliel’ho sempre detto e non lo perdonerò mai. La sua testimonianza è stata il cardine in Appello per l’assoluzione. Quando doveva dire la verità non l’ha detta. Quella testimonianza era stata già smentita da quanto aveva affermato prima e dopo la deposizione, se ha scritto dei processi racconteremo noi la verità vera. 

Con suo figlio Federico dieci anni dopo.
E’ un amico porta dentro un enorme tristezza, aveva 13 anni oggi ne ha 23. E’ una persona su cui puoi contare, ha influito tutto sulla sua vita i processi e tutte le esperienze che ha vissuto va cercando qualcosa di bello ogni giorno gli dico di continuare a cercare e di non smettere mai. Molti ragazzi si sono persi dopo il 2009 altri sono migliori dei loro coetanei perché hanno vissuto una tragedia che li ha cambiati in meglio. E’ al mio fianco si preoccupa per me ma gli dico sempre di andare, di essere forte ed indipendente e di non smettere mai di cercare.