21 Mar 14

Centro turistico, arriva Invitalia

Uno dei grandi snodi per la ripresa post sisma, avrebbe dovuto essere il Gran Sasso. Per il turismo e per l’economia dell’Aquila, la cui gestione è stata sempre nella mani di una partecipata comunale, il Centro turistico, riempita come un uovo dalle assunzioni clientelari della politica per più di un quindicennio, a tempo pieno e a tempo indeterminato, nonostante il Gran Sasso sia una montagna frequentata solo d’inverno e da pochi appassionati nella bella stagione. Per cui la società è stata sempre in perdita, indebitata fino al collo, più volte s’è cercato di privatizzarla ma finora qualsiasi tentativo è fallito, lasciando i conti in rosso sempre sul collo della proprietà, l’amministrazione. Sempre a combattere con le infrastrutture, ormai ferri vecchi, alberghi obsoleti, rifugi chiusi, qualche chiosco, una montagna che per il clima rigido e l’incapacità di vedere oltre lo sci invernale non ha saputo offrire altro. Con il terremoto e 15milioni di euro garantiti dallo Stato per svecchiare le infrastrutture, oltre ai 5milioni di fondi Fas ed ancora in previsione altri 10milioni, per alberghi e ostelli, si cercherà di nuovo la privatizzazione, entrerà Invitalia che pagherà il fitto d’azienda al Centro turistico per sei mesi, entro i quali farà un bando per cercare un privato, cui affidare la gestione ed un piano d’Area pronto alla base del Gran Sasso. Oltre a portare 6milioni di euro di risorse con cui fronteggiare anche il debito della società. Che la proprietà non pagherà, dunque se non entrerà un privato, la società partecipata non potrà che fallire, avendo eroso il proprio capitale sociale a causa dei debiti, che pure sarà reintegrato dall’amministrazione con un milione e mezzo di euro. I finanziamenti pubblici, se innoveranno mezzi di risalita e alberghi, non aiuteranno a strutturare un’idea di rinascita che continua a mancare,  sarà quindi un rilancio a perdere ed uno spreco inutile di risorse preziose.
Ma così andrà.
Entrerà Invitalia nel Centro turistico per sei mesi, una partecipata di Stato che non ha avuto un solo successo ed ha creato debiti ovunque abbia gestito, non capiamo quindi come possa riuscire questa volta.
Politicamente non è altro che la contropartita che la spa dovrebbe al Pd, dopo aver comprato, il Comune, grazie alla legge Mancia, il complesso Flextronics, il sito industriale per 4milioni e quattro di euro ad Aquila Sviluppo, società comunque d’Invitalia. Quello che potrebbe arrivare, con un certo trasversalismo politico, non sarà altro che un imprenditore, che s’incollerà la gestione fallimentare di una serie di strutture e  l’assetto societario per spendere milioni di Stato, speculare il più possibile col piano d’Area, per poi alla fine mollare e uscire in fretta di scena.
 

Nella foto Domenico Arcuri, ad Invitalia.