Lo stato del paesaggio e del patrimonio naturalistico, storico e artistico, va di pari passo con quello dei centri urbani. Se a metà del ’900 soltanto 80 superavano il milione di abitanti, oggi sono più di 300 e tra 10 anni almeno 43 megalopoli avranno più di 10 milioni di abitanti: una crescita quantitativa a spese di quella qualitativa, moltiplicando emergenze sociali e ambientali.
Ma è nelle città che la battaglia per la sostenibilità va combattuta. Perché è nelle aree urbane che nel 2050 vivrà il 70% della popolazione mondiale, così come rileva Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È nelle città che si concentra l’80% del Pil e il 56% dei posti di lavoro. È nelle città che si consuma il 75% dell’energia e si produce oltre il 50% delle emissioni di gas serra. Le città consumano grandi volumi di risorse idriche e alimentari e non ne producono. Sono più fragili di fronte al cambiamento climatico, più esposte alle sempre più frequenti calamità naturali, all’inquinamento atmosferico e alle pandemie. Ed è nelle città, che crescono di più le disuguaglianze.
Il programma NextGenerationEU e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, Pnrr, rappresentano un’opportunità irripetibile per affrontare strutturalmente i problemi dello sviluppo urbano, della prevenzione e della cura del territorio del nostro Paese.
Milano Design Film Festival e The Good Life Italia, stanno promuovendo per questo una raccolta firme per una mobilitazione pubblica su tali temi, con una lettera aperta da sottoscrivere sul sito di Milano Design Film Festival, e da inviare al capo dello Stato Mattarella, al capo di Governo Draghi, a tutte le forze sociali, politiche e culturali, con otto azioni improrogabili, da perseguire per progettare città e territori più sicuri, integri, vivibili, interconnessi e inclusivi.
Ascoltare. Promuovendo la partecipazione dei cittadini e la tenuta ambientale, socio economica e simbolica delle comunità nel tempo. Condividere. Creando, custodendo e valorizzando spazi, servizi, beni comuni, a partire da suolo, aria, acqua, paesaggio naturale e storico-artistico, anzitutto investendo su trasporto pubblico, pedonabilità e ciclabilità.
Ricucire. Città e territori, recuperando edifici, spazi, ponti, orti, mercati, corridoi urbani ed extraurbani abbandonati. Ristrutturare, anziché demolire, ripristinare, anziché gettare.
Ridurre. Il consumo di suolo, rinaturalizzadolo o comunque evitandone l’impermeabilizzazione.
Forestare. Favorendo la piantumazione strategica, salvaguardando la ruscellazione naturale, costruendo corridoi ecologici, incrementando biodiversità e risparmio energetico e riducendo le emissioni di gas serra.
Includere. Prevenendo ed evitando l’espulsione dei ceti meno abbienti dalle città, anche recuperando capacità e autonomia d’intervento pubblico nel garantire un servizio all’abitare che superi una visione strettamente proprietaria del diritto alla casa. Favorire. Assetti urbani e territoriali policentrici, reticolari, interdipendenti, oltre le opposizioni tra centro e periferie, città storica e città nuova, tessuto urbano e ambiente naturale, zone residenziali e industriali, distretti produttivi e ludici.
Superare. Una governance di città e territorio ancora parcellizzata e di breve termine, grazie a una legge quadro che assicuri una visione lungimirante, un indirizzo di sistema e, insieme, tutta la flessibilità necessaria per gestire l’eterogeneità.
E poi provare ad introdurre nella Costituzione, in particolare tra gli articoli 2, 9 e 41, la tutela dell’ambiente – oltre che del paesaggio e del patrimonio storico e artistico – come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e la promozione dello sviluppo ambientale e sociale sostenibile di città e territori, come dovere verso le generazioni future.
L’Italia conta oggi circa 8mila Comuni, il 70% dei quali sotto i 5mila abitanti e quasi 60mila nuclei urbani. Negli ultimi 70 anni, l’incremento delle aree urbanizzate, senza una pianificazione territoriale innovativa, ha portato all’aumento di siti fragili ed esposti a frane, alluvioni e altre calamità, costringendo molte aree del Paese all’alternativa spopolamento/conversione a mere stazioni turistico-ricreative.
L’iniziativa per un radicale cambio di passo è stata ideata da un gruppo di architetti e poi raccolta da urbanisti, pianificatori, politici e artisti. Il gruppo di lavoro è formato da Silvia Robertazzi e Porzia Bergamasco di MDFF, Stefano Cardini, vicedirettore del magazine The Good Life Italia, Roberta De Ciechi dell’Atelier(s) Femia e Serena Capasso di 54 Words.
Chi vuole può firmare la lettera aperta e può anche inviare a Milano Design Film Festival una propria video-lettera, max 30”, sull’idea personale di città e territorio indirizzata a un ideale futuro sindaco. Una selezione delle video-lettere ricevute, assicurano sul sito, sarà presentata nell’edizione MDFF 2021 per un dibattito.
www.milanodesignfilmfestival.com/