21 Giu 16

Ventun giugno, il solstizio d’estate

E’ il momento di massimo fulgore della luce diurna quando le giornate sembrano interminabili, il sole trionfa sul buio della notte, eppure tutti sappiamo che proprio ora quando il sole sembra invincibile, comincia quell’impercettibile declino della luce che culminerà nell’altro solstizio, quello invernale, quando sarà il buio a farsi sempre più spazio nel giorno e a essere e apparire vincitore, sempre in modo provvisorio, perché proprio quando le ore di chiarore saranno ridotte al massimo, lentamente le giornate cominceranno a riallungarsi. Non c’è da stupirsi allora se nel succedersi dei solstizi, i filosofi e prima ancora la saggezza popolare hanno visto uno degli insegnamenti più profondi e semplici sulla condizione umana, ed è fatale che il tempo del solstizio d’estate così come di quello invernale dovesse da sempre essere considerato sacro, vera e propria porta da attraversare con attenzione e consapevolezza. L’insegnamento è che nella vittoria della luce c’è sempre il germe della rivincita del buio, così come nel prevalere del buio e dell’ombra, si annida sempre la speranza della rinascita, rendersene conto, saperlo quando si è all’apice della forza, della giovinezza e della soddisfazione, può aiutare a premunirsi contro le ore di buio che la vita ci riserva, viceversa anche nell’ora più oscura, quando la luce del sole sembra più lontana e perdente, possiamo essere sicuri che mai nulla è perduto. (Da Il pensiero del giorno, di Nicoletta Tiliacos). In questi giorni i contadini accendevano falò in omaggio al sole, il 24 giugno nasce San Giovanni Battista, al suo opposto, il 24 dicembre, nasceva Gesù. Si raccoglievano erbe e nella notte del 23 si gettavano nei fuochi contro la malasorte. Chi non ha mai fatto un fuoco di San Giovanni? Calendari Inca e Maya, cerchi di pietre ed il più noto Stonehenge sono allineati al sole che sorge nel solstizio. Gli antichi greci riferivano dei solstizi come delle Porte, quella degli Uomini d’estate e quella degli Dei, l’inverno. Come nel segno del dualismo e della complementarità orientale di Yin e Yang, della notte e del giorno, nella notte nasce il giorno, come il giorno troverà in sé sempre la notte.