Molto semplicemente nel Regno Unito sono state vaccinate almeno 10mln di persone con la prima dose e si prosegue con un piano preciso, così come Israele sta diventando un esempio con gli oltre 3mln di cittadini che hanno ricevuto la prima dose e quasi 2mln la seconda.
In Italia, e il commissario Domenico Arcuri spiega che l’Italia è avanti a tutti, in Europa, siamo a 2mln 630mila somministrazioni della prima dose, e 1mln 178 mila cittadini vaccinati, siamo al 91% delle somministrazioni delle dosi ricevute e cioè 2mln 630mila102/2mln 891 mila.
In Abruzzo siamo all’87% con 41mila dosi circa somministrate.
Più di tanto, ufficialmente non si sa.
L’informazione sanitaria in questa pandemia è quello che è, immaginiamo che a breve partiremo anche in Abruzzo con gli ultra 80enni, circa 26mila, come in tutto il Paese, che restano in attesa di essere contattati dalle Asl. Ma neanche una riga per dire ci stiamo preparando al piano b di Arcuri, e cioè, siccome il vaccino prodotto da AstraZeneca funzionerebbe solo con gli under 55, col primo migliaio di dosi che la Regione dovrebbe ricevere, così come nel resto d’Italia si comincerà, invece che con gli anziani, con gli insegnanti, le forze dell’ordine e armate, personale carcerario e detenuti, protezione civile, operatori di comunità.
Non sappiamo quante linee di somministrazione saranno allestite, c’è stato un vertice ieri, ma non è emerso nulla di certo.
Si teme la terza ondata, le province di Chieti e Pescara sono sotto pressione con i contagi e così i presidi ospedalieri, la rete è unica, è abruzzese, ma siamo in una specie di loop, ed è pure normale dopo troppi mesi di asocialità, morte, malattie e preoccupazioni, che non ci stiamo capendo granché.
Siamo pronti a riaprire gli impianti da sci ma sappiamo benissimo che non resteremo troppo in zona gialla, come pure le cene fuori, sarà davvero possibile?, perché d’altra parte per restare in zona gialla dovremmo avere una grande capacità di tracciamento, e non l’abbiamo, ed ancora la pressione sugli ospedali contenuta, il che, alla fine di questa settimana, ma già da oggi, andiamo a naso, ovviamente, non essendoci alcuna ufficialità del dato, siamo oltre le percentuali massime di legge, oltre le quali il sistema sanitario pubblico non riesce più a garantire le cure. Soprattutto quelle ordinarie, sempre che un tumore o una malattia grave possa essere definita ordinaria, mentre l’allarme degli oncologi avvisa che sono stati effettuati 2mln di screening in meno.
Restiamo appesi alle rassicurazioni di Domenico Arcuri, il quale continua a credere al fatto che se le aziende farmaceutiche rispetteranno gli impegni, entro il primo trimestre del 2021 avremo 14mln e 700mila dosi di vaccino e potremo avvicinarci alla vaccinazione di 7mln di italiani. In altre parole passeremmo dai 2mln e 630mila delle prime dosi di oggi, 9 febbraio, a più del doppio entro le settimane che verranno? Vabbè.
Visto il quadro, il Veneto di Zaia starebbe già trattando per conto proprio per avere più dosi, fiale extra, disponibili sul mercato a prezzi cinque volte tanto, bypassando la centralità dell’acquisto Ue con qualche appiglio giuridico. Il Regno Unito continua a viaggiare sulle centinaia di milioni di dosi acquistate, da noi ognuno fa come può. Con l’ultimo decreto del ministro Roberto Speranza potremo acquistare medicinali a base di anticorpi monoclonali che distribuirà il commissario Arcuri. C’è un fondo da 400mln di euro, ma non si capisce bene se servirà per acquisire vaccini oppure per sostenere la ricerca di quello italiano allo Spallanzani. Sempre tutto molto chiaro direi.