08 Feb 21

Ibis sacro, dei predatori di passaggio

L’Ibis sacro è un uccello venerato nell’antico Egitto la cui presenza è nota nell’Africa sud sahariana, dov’è una specie molto comune e diffusa. Da alcuni anni, spiega in una nota Stazione Ornitologica Abruzzese, a seguito della fuga di alcuni individui in Francia ed anche in Italia questa specie è riuscita a riprodursi e a colonizzare ampi territori, stabilendosi anche nel nord Italia dove ha iniziato a nidificare dagli anni ’90 concentrandosi in colonie riproduttive localizzate soprattutto nella pianura padana.

Nel corso di pochi anni siamo passati da poche decine ad oltre 400 coppie che nidificano nelle garzaie, colonie riproduttive degli aironi, con aironi cenerini, nitticore ed altri ardeidi.

In Abruzzo la presenza dell’Ibis bianco e nero non era nota, anche se alcune segnalazioni di individui erratici nelle regioni vicine lasciavano prevederne l’arrivo, Sandro Barile  attento bird watcher e noto fotografo della Stazione Ornitologica Abruzzese ha fotografato un gruppo di otto Ibis sacri nei pressi di Pescara.

Si tratta indubbiamente di una specie bellissima ma l’immagine non deve ingannare, spiega ancora SOA, l’Ibis sacro a prescindere dal nome e dalle apparenze, così come l’Usignolo del Giappone segnalato in provincia di Chieti o i parrocchetti di Roma, è una delle tante specie alloctone ed invasive che quando conquistano nuovi territori lontani dalle aree di origine possono determinare conseguenze anche molto negative per le specie autoctone per alcune delle quali diventano concorrenti inaspettati o predatori.

L’Ibis sacro in particolare è un grande predatore specializzato nella cattura dei nidiacei di molte uccelli come aironi, gabbiani, corrieri, fratini ecc. che si riproducono negli ambienti acquatici e litoranei e la capacità predatoria è talmente elevata, che in Paesi come la Francia, è in corso una campagna per eradicare completamente la specie perché ha causato la scomparsa di intere colonie riproduttive di alcuni uccelli acquatici.

Nonostante quindi la bellezza dell’Ibis degli egizi è da sperare che il gruppo di animali fotografati sia solo di passaggio e non decida di fermarsi a riprodurre in Abruzzo.