In Abruzzo a Natale, invece dell’albero, tradizione di origine nordica, in ogni casa si accendeva il ciocco di quercia o di faggio perché ardesse durante la notte. Si esponevano sul tavolo le provviste natalizie e si lasciava aperta la porta di casa, affinché la Sacra Famiglia in fuga, in caso di bisogno, potesse entrare. A raccontarlo è Ignazio Silone in una delle pagine evocative delle sue origini, parte integrante della nostra eredità identitaria, scrive il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel suo messaggio di auguri alla città.
Gli abruzzesi e gli aquilani in particolare traggono forza e ispirazione dalle proprie radici. Radici così robuste, impossibili da sradicare – né i terremoti, né le pandemie ci sono riuscite – in grado di rigenerarsi e originare nuovi scenari, progetti per il futuro, visioni di rinascita nella bellezza. Il più bel dono che ho ricevuto in questi anni da sindaco è stato l’onore di lavorare per L’Aquila, insieme a tutti voi, padri e madri di famiglia, nonni e nonne, lavoratori e professionisti, giovani, ragazzi e bambini, docenti e professori, persone con fragilità, uomini e donne in difficoltà, medici e infermieri.
Insieme abbiamo sofferto e lottato per superare i momenti più difficili della nostra comunità, del nostro Paese, del mondo intero. Insieme ci siamo impegnati per fare dell’Aquila un laboratorio di creatività, un cantiere di buone pratiche ricostruttive, un polo di conoscenza e di vigore artistico, tanto che il Sole 24 Ore ci pone all’undicesimo posto su 107 province italiane per cultura e tempo libero con particolare menzione per le biblioteche, le librerie, per i fondi europei dedicati all’attrazione culturale, per la programmazione degli eventi sportivi. Ci stiamo avviando, il prossimo 18 gennaio, verso la decisione della Commissione di esperti che deciderà quale sarà la capitale italiana della cultura 2022, anche per questo abbiamo scelto per il Natale 2020, che cade in un tempo così complicato e non privo di preoccupazioni, di illuminarlo con la “Luce d’Artisti”.
La luce ha una parte importante nel racconto della comunità aquilana, che ha conosciuto il buio sotto le macerie nel tempo del terremoto e il buio del contagio nel tempo del coronavirus. Ma il buio, ben presto ha lasciato il posto alla rinascita che con la sua luce, fatta di storia e di valori identitari forti, fa risplendere una realtà ricca di arte, di architettura antica, di natura incorrotta, di cultura attiva e partecipe. Filosofi, poeti, scrittori, giornalisti hanno dedicato parole piene di incanto, di curiosità, di colori, di sentimento, di emozione all’Aquila. È questa la nostra urgenza appassionata per far risplendere L’Aquila dopo il buio del dolore, ricordando con la luce le 309 vittime che dal 6 aprile 2009 ci accompagnano nella rinascita della comunità e quelle di questo doloroso tempo pandemico.
Il 25 dicembre, corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d’inverno, Natalis Solis Invicti, cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell’anno, riprende nuovo vigore. E, così, in questo giorno noi celebriamo la nascita di colui che è il Sole vero, la luce del mondo, Gesù. Che la luce del mondo ci guidi sempre verso il bene comune che, in questo Natale, ci chiede di essere rispettosi delle regole, così da salvaguardare i nostri cari e noi stessi. L’augurio è di tornare presto ad abbracciarci e a stare insieme con l’amorevolezza e la tranquillità del tempo della normalità, conclude il sindaco.