24 Dic 20

Christmas a lot party, torneremo presto

L’edizione 2020 di Christmas a lot party non ci sarà. Un movimento e un appuntamento anche estivo, tra concerti, band, abbracci e risate, arte musicale, video e performance virali. Il musicista Stefano Valeri, attore, creativo ed organizzatore di eventi, è tra gli ideatori e anima del movimento A lot entertainment, lo incontro per una chiacchierata sul futuro…

 

Per il primo anno non ci sarà il Christmas a lot party…
Per la prima volta non si farà ma con il cuore in mano dico che va bene così, è un momento che serve a capire e a rispettare le vittime e tutte le persone che non ci sono più è giusto stare a casa e conservare la voglia di fare per il futuro, mancano la socialità e il non aver paura dell’abbraccio l’a lot entertainment è nato per reagire a questo tipo di depressione post sisma con la specifica volontà di far ritrovare insieme le persone con l’arte, la musica, gli spettacoli e i concerti questo è quello che siamo riusciti a fare.

Quando nasce l’a lot entertainment?
E’ un movimento nato nel 2013 da una mia idea, di Matteo De Santis e di Marco Valeri, al primo  evento del 7 settembre parteciparono 2.500 persone. Molti sold out, dal Muspac al Bliss con quasi 1.500 persone. Band aquilane come TNL, Lingue Sciolte e Simone Cocciglia,ed ancora Bugo, Eugenio Bennato, musicisti di Fabi e Silvestri, Paola Turci. La famiglia si è poi allargata con Daniele Millimaggi, con cui ho scritto tutte le musiche degli ultimi Christmas a lot party e che insieme a Serena Fiorenzi, Daniela Tresca, me e mio fratello è parte attiva nell’organizzazione degli eventi. Alla grafica voglio ricordare Valerio Panepucci e Francesco Raffaele “ju Frenz” e poi Mario Mastrantonio e tantissimi amici e musicisti che vorrei citare uno ad uno.

L’evento è stato sempre promosso con un video virale di grande impatto…
Abbiamo dato un volto e un’immagine ai nostri eventi, l’originalità del movimento ed una grandissima intuizione, mia e di Matteo, di una comunicazione innovativa sono state le nostre fortune e di molte altre persone che si sono divertite con noi. Esiste ormai da sei/sette anni ha interagito con attori, artisti, ballerini e registi una vera macchina dello spettacolo e mi piace che sia una macchina cittadina tutta aquilana è un piccolo movimento e come tutti i piccoli movimenti se non trova supporto non andrà avanti ma di idee ne abbiamo tante. Chi fa e fa bene dev’essere ascoltato, può essere un toccasana per la città che può aprirsi all’esterno, facciamo questo lavoro da 13 anni ho più di mille concerti alle spalle tutto ciò che facciamo lo abbiamo imparato sul campo.

L’ultima performance teatrale sui campi da tennis con Marco e Giancarlo Tiboni la riprenderete?
E’ una genialata di mio fratello Marco che ha immaginato uno spettacolo dal nulla ispirandosi all’autobiografia di Andre Agassi, ‘Open’. Io e Marco proveniamo dal tennis ma anche Giancarlo, da piccoli ci vedevamo al Circolo tennis, giravamo l’Italia per il tennis con nostro padre e con questo amore abbiamo pensato uno spettacolo che interessa Roma Pescara e Bolzano, città che lo hanno già comprato, il covid lo ha fermato lo porteremo di nuovo in giro sui campi dei Circoli Tennis italiani tutti.

Cultura, arte e musica, come fanno i piccoli a tirare avanti?
Non voglio né piangere né stare sul piedistallo, io sono stato a fare le raccolta delle olive ho perso più di 30/40 concerti e quattro eventi da organizzare a chi piango e a chi chiedo? E’ una situazione difficile e complessa, occorre capire come affrontare il momento. Per il futuro bisogna spendere meno possibile, scrivere tanto e lavorare d’intelletto per superare la crisi molti chiuderanno, molti dovranno fare altro, ma è una pandemia ed è un vero problema.

Ristori ed indennizzi come funziona per i piccoli che lavorano con gli eventi?
Non c’è la cultura di supportare i musicisti. I ristori sono arrivati per pochissimi si tratterebbe di sedersi a tavolino con il Governo, i privati e la Siae, per stare in regola bisogna cacciare più soldi di quanto si guadagna non siamo mai coperti e la coperta è corta. In altre parti del mondo e d’Europa chi fa l’artista o musicista è supportato è un’esigenza di vita un dono che va tutelato perché l’arte e la musica generano sentimenti buoni, bisognerebbe sedersi a tavolino e capire come volerci bene. Servono fondi cuscinetto per la cultura, un locale non ce la fa, dovrebbe pagare band e Siae, ormai per andare avanti si riducono i progetti e ci si deve reinventare in uno due o tre mentre gli altri restano a casa.

I festival on line possono essere una valida alternativa al momento?
In molti mi stanno chiedendo di organizzare in streaming, forse sarà il futuro e per ovvi motivi ci dobbiamo adattare, ma sembra un modello televisivo io ho bisogno del contatto non ho voglia e tempo di adattare almeno per ora il mio format, faremo qualche innovazione live, per il momento ho bisogno di energia, della gente, di offrire, di dare qualcosa, di abbracciare e di essere abbracciato, tutto posso fare tranne un festival web, sono concentrato su un futuro prossimo dal vivo. Siamo tutti molto social è diventato un lavoro non retribuito preferisco concentrarmi sul mio lavoro materiale e fisico speriamo in un futuro reale e imminente.

Cosa diresti alle istituzioni nazionali e locali per sostenere il settore?
Tante associazioni sono già impegnate in prima linea è importante sedersi a tavolino per capire come badare ai piccoli e alle piccole cose che rendono grande tutto. In Francia con 1.200 euro al mese sostengono agli artisti, l’arte è patrimonio di tutti se ti faccio sorridere perché estinguere queste capacità, non ho bisogno di un sussidio ma di essere considerato e di non essere più invisibile, questo chiediamo. Unisco la mia voce a quanti lottano da settimane per non essere più invisibili. Perché altrimenti mi vedrai un domani al supermercato e io comunque ti sorriderò e ti canterò anche una canzone.

E ai giovani e agli appassionati di eventi dal vivo cosa diresti?
Serve essere responsabili e rispettosi con chi non c’è più vedremo cosa accadrà negli anni a venire. Dobbiamo tenere duro, avere fede e speranza nel futuro e vaccinarci tutti così prima o poi torneremo ad abbracciarci a baciarci e a vedere concerti dal vivo e mi permetteranno anche di portare gli AC/DC, all’Aquila, dal vivo. Noi non molliamo.