Me lo ricordo bene Pierpaolo Pietrucci, nei giorni del sisma del 2009, subito operativo, nella sala d’emergenza allestita negli uffici dei Vigili urbani. Era capo gabinetto di Cialente, voleva dare una mano nonostante il ginocchio rotto. Un ginocchio gonfio così, ma c’era. E c’era fin dalle prime ore di ghiaccio, di scosse e di neve nelle zone di Capitignano, Montereale e Campotosto tra la sua gente ancora una volta, nel gennaio scorso, uno dei primi ad arrivare portato letteralmente dalla pala dello spazzaneve con Giorgio Masciocchi a toccare con mano il disastro, le auto non avevano accesso. Pietrucci consigliere regionale non s’è mai vantato del proprio dovere istituzionale, le foto della sua presenza in quelle ore e in quell’inferno già vissuto nove anni prima non le ha mai mostrate, gli ho chiesto se ne avesse stamattina, perché volevo raccontare delle intercettazioni su Rigopiano, quelle stesse in cui qualcuno rideva tra l’Anas e la provincia di Pescara pensando ad un bagno nella spa alle falde della montagna spettrale, quelle che raccontano di come si mossero i mezzi di soccorso della Regione Abruzzo e dei morti, quelle in cui si fa largo la voce del consigliere, le sue telefonate accorate con Ruffini, braccio destro del governatore D’Alfonso, per chiedere aiuto subito, perché la situazione era drammatica, perché c’era la neve, tantissima neve e poi le scosse, il terremoto ed i crolli temuti per cui Pietrucci insisteva nel chiedere soccorsi senza mai sgomitare per dire al mondo che c’era, solo per dare una mano, mentre con l’altra compiva il suo dovere istituzionale senza rinunciare al cuore, all’abbraccio e al calore che ancora una volta ha dimostrato alla sua gente. Non ne farò un eroe, ma c’era e con lui nessun vertice in prima linea, al gelo, solo per tendere una mano e senza lamentarsi perché è nel cuore che Pierpaolo radica la sua forza amministrativa e da quelle intercettazioni, su cui oggi si affollano duri, i giudizi di un intero Paese, ne esce più ricco e solido. Lui e Masciocchi in mezzo ai lupi. Se avesse toppato lo avrebbero trinciato, lo avrei trinciato anch’io, ha fatto del bene in silenzio, non lo osannerà nessuno.
Di seguito lo stralcio delle intercettazioni.
18 gennaio 2017
Ore 10.25
Ruffini (a Pescara) è a telefono con Silvia Aloisio (che si trova all’Aquila) e stanno parlando di questioni d’ufficio quando viene registrata la prima scossa di terremoto (ore 10.25.50 all’Aquila).
Ore 10.42
Ruffini chiama il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e gli passa Luciano D’Alfonso, che gli chiede notizie su Campotosto e Capitignano (epicentro sisma). Pietrucci dice di essere sul posto. D’Alfonso chiede se ci siano stati crolli, Pietrucci dice di non saperlo e che farà sapere, e spiega che la necessità è di avere turbine per aprire le strade, e aggiunge di aver già parlato con Marasco il quale ha detto di avere pochi mezzi a disposizione (rispetto alle esigenze). D’Alfonso dice che ha bisogno di informazioni certe sulla situazione della diga di Campotosto. Pietrucci dice che per questa ed altre informazioni farà sapere appena possibile.
Ore 10.56
Pietrucci chiama Ruffini e gli dice che la situazione è grave a Capitignano e Montereale e di riferire a D’Alfonso che servono turbine ed esercito e che c’è una situazione critica dovuta alla neve ed al panico nella popolazione.
Ore 11.15 vengono registrare ulteriori due scosse di terremoto nell’aquilano.
Ore 11.24
Pietrucci chiama Ruffini e chiede che gli venga passato D’Alfonso. Ruffini risponde che è impossibilitato in quanto impegnato in altra telefonata. Pietrucci dice di riferire che in occasione delle ultime scosse ci sono stati certamente crolli e ribadisce la richiesta di turbine per liberare le strade e di militari dell’esercito. Ruffini assicura che D’Alfonso ha già parlato con Armani di ANAS e che questi ha già disposto l’invio di turbine nella zona.
Ore 12.02
Pietrucci richiama Ruffini e gli dice che la situazione nell’Alta Valle dell’Aterno è disastrosa e spiega di crolli e di blocchi stradali, dicendo di trovarsi insieme a Marasco e ribadendo di informare il Presidente.
Ore 12.21
Ruffini chiama Antonio De Crescentis (Presidente Provincia L’Aquila) e gli chiede se può fornire un autista per guidare una turbina. De Crescentis dice che non ha autisti a sufficienza neanche per i propri mezzi. Ruffini chiede l’indicazione di privati disponibili. Si risentiranno.
Ore 13.51
Silvio Liberatore invia il seguente sms a Ruffini “Squadre Alpini partite o in partenza : 1 squadra di Latina verso Penne, 1 squadra di Rieti verso Campotosto, Montereale, Ortolano, 1 squadra da Roma verso Prefettura Aquila”.