21 Set 21

Scuole, l’architetto non è una risorsa

Cosa significa “innovazione” nelle scuole alla luce della vostra esperienza?
Ha chiesto oggi Paola Pierotti a Matteo Scagnol, su IlSole24ore, nel focus sulle scuole.
La scuola innovativa di Greta Thunberg è sulla strada e Giancarlo De Carlo ne sarebbe d’accordo. Oppure un campus scolastico all’interno di un paese abbandonato dell’Irpinia. L’innovazione nasce da atti radicali, ha risposto Scagnol, dello studio Modus Architects, riguardo l’architettura scolastica. Un tema importantissimo da incardinare nelle nuove dinamiche, nel Pnrr, 30mld di euro e poco più per il salto di qualità di un edificato sicuro e sostenibile, per una didattica inclusiva e all’avanguardia superando le povertà educative. Saremo mai pronti?

E’ perfino inutile correre col pensiero a 12 anni fa, quando all’indomani del sisma, avremmo potuto pianificare e costruire un futuro diverso, oggi siamo invece alle prese con le burocrazie come qualsiasi altra amministrazione italiana, dimenticando che oltre un decennio fa, avremmo potuto accelerare e concludere procedimenti di qualità e all’avanguardia. 

A che punto siamo con la normativa?
L’ultimo tentativo di aggiornare e modificare l’inadeguata legge del 1975 l’ha tentato invano sette anni fa l’allora coordinatrice  della struttura di missione sull’edilizia scolastica Laura Galimberti, oggi assessore a Milano, ma serve una volontà politica unitaria.

Le criticità in Italia?
Ce n’è una esemplare nel Comune di Milano. Dopo esserci aggiudicati il primo premio ad un concorso e aver consegnato il progetto preliminare, l’amministrazione con la scusa dell’emergenza e dei tempi stretti per assicurarsi i finanziamenti ci ha “scaricato”, attuando in deroga al bando e alla norma europea una gara di appalto integrato per le imprese, ma in una scuola la figura dell’architetto e di chi l’ha progettata è fondamentale per far crescere un progetto di qualità. La semplice conclusione è che in Italia, rileva Scagnol, la maggior criticità è che l’architetto per la P.a. è un problema più che una risorsa.

All’estero studi specializzati trovano mercato…
Dove c’è richiesta c’è mercato. Alcuni studi, come per esempio Rosan Bosch Studio (nella foto), lavorano principalmente per istituti privati e sull’allestimento degli spazi interni, difficilmente paragonabile con la realtà delle nostre scuole pubbliche dove la qualità degli arredi e degli spazi interni raccoglie le briciole dei budget. Oggi in Italia l’arredo scolastico è concepito come fornitura Consip e non come una parte progettuale integrata.

Quali sono sfide per le amministrazioni?
La chiave del problema è il Codice degli appalti, le gare dei servizi fanno sconti ma ottengono progetti commerciali. Le P.a. devono seguire i processi e controllarli, non progettare gli edifici, lasciando questo compito ai professionisti, delegando le fasi progettuali e se ne hanno la capacità la direzione dei lavori.

La questione diventa irraggiungibile quando si focalizza un punto fondamentale e cioè che l’architettura deve dialogare con la pedagogia nel suo continuo evolvere, con strutture post pandemiche all’avanguardia e ricambi d’aria rivoluzionari per i vecchi ambienti edificati, oltre, naturalmente, la sostenibilità. Oggi il tema più innovativo è la scuola verde, dove le piante diventano nuovi compagni di classe di cui aver cura. Nuove discipline per un’esistenza sempre più critica per i cambiamenti climatici dove gli ambienti, gli spazi e gli arredi dovrebbero diventare funzionali al cambiamento di pari passo con la sicurezza delle strutture. Abbiamo più di 30mld del Pnrr, ma chi sa come li ingurgiteremo.