05 Mag 14

San Giuliano/Roio, pinete abbandonate

Senza più una città da vivere, non c’è passeggio. Una camminata per il corso, per i vicoli, le salite, le impettate, le tante strade di prima, non c’è più niente, al lavoro con la macchina, due passi, quattro scale, e poi seduti tutto il giorno, ai centri commerciali, sempre con la macchina, a due passi si fa la spesa, si fanno compere, si prende il caffè, nei giorni liberi l’assalto a Madonna Fore, la camminata per chiunque e tanti percorsi per fare due chiacchiere, per prendere l’aria, per sgranchirsi un po’, con gli abitué che per stare in pace, vanno sempre più presto, al mattino, per godersi la tranquillità. Dopo la chiesetta, continuando a scendere tra il verde, restano sparsi e confusi nella montagna i resti della pineta dell’incendio di qualche anno fa ormai, s’era appena insediato Cialente, nel primo mandato, giusto l’estate seguente, senza trovare ancora il tempo, le risorse e la voglia per rimettere in sesto quella pineta. A maggior ragione dopo un sisma, che ha tolto a tutti ogni possibilità di passeggio. Resti dell’incendio, tronchi morti, sterpi e rovi, ed un evidente abbandono fanno di quella montagna la giusta cornice ad una città che non ha più nulla da dire. Fatti i bagni, ricoperti in pietra, smorzate le polemiche sui percorsi illuminati da fare anche di sera, ma perché queste forzature?, resta l’indifferenza di quella sterpaglia e di una messa in sicurezza della caduta massi, ancora tutta da inquadrare. Non va meglio a Roio. La pineta degli aquilani, quella dove si andava per il pic nic, quella dello chalet e della tana del lupo, della quale resta un griglia arrugginita neanche da conservare come retaggio storico di una città di montagna, dopo il sisma e dopo l’incendio anche di questa pineta, tante polemiche, tanti impegni, molte proposte per rivitalizzare l’altro polmone verde della città, ed un bosco della memoria mai fatto. Basta farsi un giro per la pineta, per vedere quanti tronchi sono crollati perché ormai vuoti e morti, parecchi anche tra le curve, sulla strada, sterpaglie, rovi e rovine stanno facendo il resto. Chi ha voglia di andare, va, non ha scelta, ci sono dei giochetti per i bambini, qualche famiglia s’avventura, ma non è così che può essere tenuto il verde, le pinete, la nostra storia. Un’incuria che non può essere certo addebitata ai tempi lunghi del post sisma.