Quanto alla Roma-Pescara e ai due lotti della Palermo-Catania le relative risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania, rispettando così il vincolo della destinazione al Sud dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La Roma-Pescara è confermata, ma riceverà finanziamenti alternativi ai fondi Pnrr, per i cittadini non ci saranno cambiamenti, assicura Matteo Salvini. E invece ci saranno, perché intanto abbiamo perso il treno per l’incapacità di programmazione e di spesa, avremmo dovuto chiudere tutto entro il 2026, chi sa in quale finanziamento rientrerà l’Abruzzo ma soprattutto c’è da capire quanto saremo in grado di spendere, con quale visione e strutture e con quali capacità. Ammesso che la Regione sarà inserita in altre modalità di finanziamento, forse fondi europei.
Di fatto sono state definanziate nove misure, per un ammontare totale di 15,9 miliardi, per l’incapacità dei territori di spendere su progetti nati spesso a caso, solo perché l’Unione europea ha garantito risorse a pioggia, per la ripresa post pandemia, purché tutti i Paesi Ue, e le rispettive Regioni e Comuni, avessero progetti cantierabili subito per spendere tutto e chiudere i cantieri entro il 2026.
Un termine improrogabile che ha imposto al ministro Fitto la rimodulazione delle poste, togliendo dove sarebbe risultato impossibile spendere entro il 2026, come in Abruzzo, per dare a chi invece c’è riuscito e ha bisogno di risorse per chiudere le proprie progettualità, fatte di visioni, di idee e di capacità di concretizzarle.
Serve a poco, quindi, dire che abbiamo perso le risorse, perché anche fosse ce le riassegnassero tra un anno, non saremmo comunque capaci di cacciare un ragno dal buco. Vogliamo ragionare su questo o continuare ad abbaiare alla luna?
Esce la Roma-Pescara, entrano 900 milioni in più per gli asili nido, titolano i giornali di oggi.
Che l’opera infrastrutturale fosse molto complessa per un territorio come il nostro lo sappiamo da qualche anno, non è questione di Governo di destra o di sinistra, l’aumento esponenziale dei costi delle materie prima e la difficoltà a progettare sia per la contrarietà dei territori, da spazzare via letteralmente per fare spazio alla nuova tratta ferroviaria, che per l’impossibilità di reperire tecnici, sono ostacoli che di certo non supereremo con le chiacchiere o tra due anni. Cerchiamo intanto di capire cosa serve ai territori e quanto realisticamente potrà essere realizzato.