Oltre la ricostruzione delle case private, il post sisma 2009 non riuscirà ad andare, l’esempio di Porta Barete, l’antico varco d’accesso alla città da riscoprire ne è la prova. Uno storico ci racconta che quel leone in pietra, rinvenuto negli scavi per la palazzina in via Vicentini, faceva il paio con un altro, a vigilare l’accesso in centro intorno all’anno mille. Doveva esserci un’anti porta, e poi la Porta, tra di esse uno spazio per una guardiola, quello che sta emergendo è il selciato dell’epoca, per cui entrando da quel varco c’era praticamente di fronte la chiesa di Santa Croce, ancora abbandonata alla distruzione del sisma del 2009, e su a salire Don Bosco. Particolari di cui vorrebbero sapere tutti di più, ma è talmente compromessa la questione, che non è detto che il sogno di poter fare almeno una riqualificazione storico architettonica come si deve, diventi realtà. Per riportare alla luce Porta Barete, bisognerebbe risolvere troppe questioni. Tra le tante porte aquilane, Porta Branconio fu restituita alla città qualche decennio fa, i resti di altre sono introvabili, ma di alcune si intravedono pezzi d’arcata. Cosa ne faranno? Ci sarebbe da collegare la riapertura della Porta Barete, con la riqualificazione delle mura urbiche lungo via Vicentini e a salire su viale della Croce rossa, riconnettendole proprio all’antico varco, ma i più esperti non credono che possa venir fuori un lavoro ben fatto, troppo poco ragionato, anche rispetto ai recenti interventi su via Roma, che avrebbero dovuto essere bloccati, e rispetto a quel proprietario che sotto le mura, di fianco all’antico varco, è già a buon punto nella ricostruzione di una struttura che, in un momento di riqualificazione e di recupero storico, come quello della riscoperta di un varco millenario, avrebbe dovuto essere spostata altrove. Un discorso che avrebbe dovuto far parte di un Piano di ricostruzione da pensare con storici ed archeologi, fin dal 2010, e non solo con urbanisti d’apparato come invece è accaduto per il capoluogo di regione. Gaetano Fontana, consulente del commissario Chiodi, indirizzò l’amministrazione Cialente ad una riqualificazione del centro storico e non dei quartieri, già sfregiati dall’urbanistica senza regole degli ultimi decenni, l’assessorato alla ricostruzione ha però deciso di prendere la strada opposta.
Nella foto, il restauro della volta della Chiesa di Santa Croce, prima del sisma del 2009.