Grande entusiasmo per i finanziamenti dell’undicesimo elenco, cioè le pratiche dei cittadini che attendono da almeno un anno di aprire i cantieri. Con una delibera Cipe dello scorso febbraio, pubblicata quattro mesi dopo sulla Gazzetta ufficiale, possiamo dire di avere in cassa 272milioni di euro, con cui finanziare l’avvio di questi cantieri per il 46%, su un totale di 370milioni di lavori, mentre il residuo, andrà a pagare gli avanzamenti dei cantieri avviati nei mesi scorsi. La ricostruzione in Abruzzo non ha alcuna certezza finanziaria, ma solo disponibilità che si continuano a strappare a Roma, col cappello in mano, che ci riconosce la possibilità di impegnare delle cifre, senza offrire alcuna continuità di cassa senza la quale i cantieri non partono. E con quel minimo di sicurezza si tenta di far muovere una macchina pesantissima. Per il presidente della prima commissione Masciocco servirebbe la pubblicazione di almeno due elenchi l’anno, a giugno e a dicembre per esempio, in sintonia con le casse dello Stato che proprio in quei mesi incassano i tributi, così da avere una costanza di risorse per aprire i cantieri, che per l’assessore alla ricostruzione Di Stefano potrebbe significare, almeno così ha comunicato ad un tavolo romano, 80milioni di euro in cassa al mese per 960milioni di euro l’anno. Certezze finanziarie minime, ma continue, questo sta chiedendo L’Aquila, nient’altro. A fronte delle quali devono schizzare i progetti e l’esame delle pratiche che l’Ufficio speciale non riesce a far correre. Sono migliaia, ne vorrebbero chiudere fino a 400 l’anno, per finire, contano, nel 2019, ma dal 2012 non ne hanno girate al Comune che poche decine. Solo una serie di circostanze favorevoli potrà avviare un processo che non ha ancora una buona normativa di riferimento. Entrano intanto le supposte, così come ha chiuso la seduta il presidente della prima commissione stamattina. Perché tra gli ultimi fondi Cipe, ci sono 7milioni di euro riservati a servizi di natura tecnica e assistenza qualificata, di cui un milione e qualcosa nelle mani di Palazzo Chigi, per consulenze volatili che con questi chiari di luna di certo non aiuteranno la ricostruzione reale in Abruzzo.