La congiura dei somari è l’ultimo libro del virologo Roberto Burioni (nella foto). Quelli che con un raglio su tutto diventano scienziati, tuttologi, esperti, economisti, medici, professionisti, avvocati, giudici, professoroni, politici, statisti, giornalisti, opinionisti, ed anche consiglieri, assessori, parlamentari, presidenti, amministratori, tecnici, dirigenti, sindaci, governatori, premier, incaricati, trombati, ossigenati ed inamidati. Tutti pronti al raglio libero. Rizzoli, 176 pagine, 17 euro ed una verità innegabile: i ragli si combattono con i libri. Burioni racconta che usava fb, solo per gli scopi per cui è progettato, cioè controllare come erano invecchiate le mie ex fidanzate. Dopodiché, invitato da un’amica a spiegare alle mamme qualcosa sui vaccini, ha scoperto gente che aveva come unico titolo di studio la tessera a punti del supermercato che ribatteva senza scientificità alcuna alle sue conoscenze. Capii che i pascoli dei social erano infiniti ed in questi pascoli scorrazzavano indisturbati soggetti che spiegavano concetti che non avevano capito. Erano moltissimi, erano ovunque ed avevano nome e cognome. Gli venne in mente La Cenerentola di Rossini: avevo incontrato i Somari. I Somari raglianti. Nessuno di noi conosce tutto, so qualcosa di vaccini, virus e batteri perché li studio da una vita. Ecco, lo studio. Lo studio contro il raglio: quanto mi piace! Quindi la definizione esatta del Somaro ragliante di Burioni è un essere umano tanto babbeo da ritenersi tanto intelligente da riuscire a sapere e capire le cose senza averle studiate. Una molesta specie che vive al meglio in branco, inoltre ragliando all’unisono, tanti asini tutti insieme possono convincersi a vicenda che non stanno ragliando, ma intonando un gospel o una celestiale cantata di Bach. Il Somaro ragliante, scrive, si nutre avidamente di stupidaggini che trova su internet, ma niente paura i somari si curano con i libri in dosi massicce. Acquistiamone quindi in gran quantità e doniamoli alla gran parte dei nostri amministratori locali perché non riducano l’impegno e la conoscenza di una macchina complessa, come fanno sovente soprattutto i nuovi, ad un acidulo raglio.