Su 112 milioni di euro di contributi per i lavori di ricostruzione pubblica e privata post sisma, 85 risultano richiesti o percepiti in modo illecito. Lo hanno riferito il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Flavio Urbani, e il comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, Sergio Aloia. Il periodo in esame va dal 2013 ai giorni nostri. Un rapporto così alto tra i fondi e illeciti non deriva, secondo Urbani, dal fatto che la maggioranza dei fondi per la ricostruzione sia erogata in modo irregolare ma è frutto di un’attività di intelligence e analisi che riusciamo a orientare verso casi che presentano particolari criticità. I sequestri ammontano a 35 milioni di euro ed è di oltre 45 milioni, il danno erariale accertato. Le indagini di questi anni hanno poi riscontrato numerosi e gravi episodi di infiltrazione mafiosa nel tessuto socio economico aquilano, da parte di imprenditori edili casertani attigui al cosiddetto clan dei casalesi. Si tratta dell’operazione denominata Dirty Job, culminata con l’arresto di 7 persone responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Oltre al tentativo di infiltrazione nei lavori di ricostruzione privata da parte di una cosca ‘ndranghetista, mediante il controllo di ditte operanti nell’aquilano, le indagini si sono concluse con l’arresto di 4 persone per associazione mafiosa e il sequestro di beni per circa 1 milione di euro. Urbani ed Aloia hanno poi riferito del sequestro dei corpi di fabbricato di un istituto scolastico di Sulmona, oggetto di lavori per la messa in sicurezza finalizzata all’adeguamento sismico, realizzati solo in parte e in maniera difforme da quella prevista. Altri episodi corruttivi hanno coinvolto l’ex vicesindaco Riga, con un’indebita erogazione di 28,5 milioni di euro ed un danno erariale pari a 6 milioni di euro. Quindi le gravi responsabilità penali per i materiali scadenti utilizzati in alcune piastre del Progetto case, con la denuncia di 8 persone e il sequestro di 18 milioni di euro. Grave, anche l’accertamento dell’illecito divieto di cumulo dei contributi rispettivamente erogati dalla Regione Abruzzo e dal Comune dell’Aquila, per danni alle attività produttive con la denuncia di 6 responsabili e l’accertamento di una truffa per circa 700mila euro. Dal 2013 risultano 1.866 accertamenti antimafia per verificare, con Polizia e Carabinieri, situazioni interdittive ad imprese operanti nella filiera della ricostruzione privata e la loro compagine proprietaria e gestionale.