La campagna WWF Orso 2×50 e la convenzione con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per la conservazione dell’Orso marsicano, spiegano anche le buone pratiche di convivenza con l’Orso marsicano.
Il primo appuntamento sarà a Villa Celiera, Pescara, sabato 31 luglio alle 18.30 a piazza Nuova ed è stato programmato a seguito del susseguirsi di avvistamenti di orsi e segni di presenza, confermando come il territorio del Parco sia fondamentale per l’espansione della specie che, partendo dal piccolo nucleo rimasto e tutelato nel Parco, tenta ora di espandere il suo areale in tutto l’Appennino centrale. La presenza di una specie come l’orso in aree non storicamente abituate alla sua frequentazione, richiede una grande attenzione anche nel preparare le popolazioni in caso di incontri, spiega il WWF in una nota. Purtroppo si verificano ancora comportamenti sbagliati, come inseguimenti in macchina, avvicinamenti eccessivi alla specie, diffusione sui social di fotografie e localizzazioni degli avvistamenti, abbandono di resti di cibo vicino ai paesi, ecc.. atteggiamenti apparentemente innocui, ma che possono mettere a rischio l’orso e la possibilità che colonizzi nuovi territori.
L’orso bruno viene catalogato nella lista rossa dell’IUCN – Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (2008) – tra le specie vulnerabili. Nell’area mediterranea la sua popolazione è piccola, sono stimati meno di 10mila individui adulti, e frammentata e sta diminuendo. In particolare, sono considerate minacciate le residue popolazioni occidentali.
In Italia l’orso bruno sopravvive in tre distinte aree geografiche: sulle Alpi del Trentino occidentale (20-25 individui), nelle aree di confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia (12 individui) e nell’Appennino centrale (30-40).
Le popolazioni alpine, appartenenti alla sottospecie Ursus arctos arctos, quasi completamente estinte negli anni ’90 del secolo scorso, hanno subito un incremento sia per l’espansione di esemplari dalla vicina Slovenia che, in Trentino, a seguito della reintroduzione effettuata con esemplari originari della Slovenia nell’ambito del progetto LIFE URSUS realizzato dal Parco Naturale Adamello Brenta, dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica. Purtroppo, invece, la popolazione appenninica dell’orso bruno, peraltro riconosciuta come una sottospecie (Ursus arctos marsicanus), è sempre più a rischio di estinzione nonostante le numerose iniziative protezionistiche messe in atto e la vasta rete di aree protette che insistono nel suo areale. Basti pensare che tra il 1980 ed il 2007 sono stati, oltre sessanta, gli orsi bruni marsicani rinvenuti morti per cause varie.
La popolazione appenninica, stimata intorno alle 30-40 unità, si concentra attualmente tra Abruzzo, Molise ed alto Lazio, con il nucleo più significativo nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è un’area di transito e di alimentazione, in cui vengono registrati frequentemente passaggi di esemplari di orso bruno marsicano.
Nel luglio 2006 l’ente ha sottoscritto un importante protocollo di intesa per la redazione del Patom, un Piano di azione interregionale per la tutela di questa specie. Il Ministero dell’Ambiente ha individuato nella Regione Abruzzo il soggetto coordinatore delle attività previste dal Piano d’azione e l’intento è quello di monitorare la specie, di individuare criteri e procedure di indennizzo e di prevenzione dei danni e procedure d’intervento in situazioni critiche.