16 Dic 20

Open Data L’Aquila, una rivoluzione

Il portale Open Data L’Aquila è operativo. Realizzato dal Gran Sasso Science Institute con l’Università dell’Aquila, il Comune capoluogo di Regione, Infn, Ingv, Uffici speciali per la ricostruzione, Fondazione Openpolis ed Actionaid conterrà tutti i numeri della ricostruzione e della ripresa economica. Cos’è accaduto sul territorio dal post sisma, la nostra qualità della vita monitorando aria, acque, mobilità e parcheggi, per definire politiche, strategie e pianificare un nuovo territorio urbanisticamente malandato.

Riusciremo a farlo?

Alcune sezioni sono da completare altre tutte da sviluppare per un prodotto all’avanguardia che punta sulla trasparenza, quella ricercata per ben 11 anni e ottenuta, raramente, tra mille difficoltà. Alla presentazione il rettore del GSSI, Eugenio Coccia, il responsabile del progetto, Roberto Aloisio, l’assessore alla mobilità, Carla Mannetti.

Di seguito qualche esempio di come potrebbe cambiare la pianificazione strategica della città. 

 

Simulare un evento sismico

Con la app sui terremoti si potrà simulare un evento sismico selezionando una delle tre faglie per verificare gli effetti sugli edifici alla fine della simulazione. E’ stato ricostruito il sottosuolo e modellizzate le faglie. Si potrebbero confrontare le simulazioni con le schede parametriche oppure studiare le accelerazioni su un determinato terreno con particolari costruzioni, potrebbe essere un modello esportabile su territori analoghi. E sarà uno strumento utile per ricostruire le scuole in una determinata area, con l’indice di vulnerabilità prescritto dalla legge, potrebbe perfino nascere un dibattito e il risultato della ricerca scientifica potrebbe stimolare il legislatore su nuove norme, per esempio.


I lavoratori della ricostruzione

Potremmo monitorare l’impatto della ricostruzione anche in relazione alla forza lavoro impiegata. I numeri ci sono. Ad una cifra importante di un appalto deve sicuramente corrispondere un tot di lavoratori e inquadramenti contrattuali da rispettare con giusti compensi, si potrebbero monitorare processi, migliorare la qualità dell’appalto pubblico per garantire il rispetto della norma, l’auspicio è che le forze sindacali possano finalmente, partendo dai dati, fare un’operazione trasparenza/verità sull’impiego delle forze lavoro nella ricostruzione e l’impatto socio-economico generato.


Qualità dell’aria e risparmio energetico

Saranno posizionate 30 centraline sul territorio comunale per capire che tipo di gas ci sono. C’è un veicolo per ogni persona compresi neonati e non autosufficienti. In più tutti i veicoli che lavorano come ruspe, tir, furgoni, e fornitori che viaggiano su gomma, si potrà monitorare la qualità dell’aria o l’impatto dei riscaldamenti nella stagione fredda. Centraline e sensori di micro polveri, ozono, monossido di carbonio, anche sensori per altri composti di carburanti che hanno un impatto immediato sulla salute pubblica da posizionare in luoghi sensibili. Ci sono anche sensori di temperatura, pressione e umidità, con rilevamenti almeno biennali, mentre il discorso climatico deve avere una media trentennale ma se ne occupa l’Università dell’Aquila. Vogliamo capire quando arriva la prima ondata di caldo come reagisce una città con un’impostazione urbanistica medievale quando è ancora per lo più disabitata? Anche in relazione alle nostre tipologie costruttive, per cui magari dentro il centro storico non ho bisogno di aria condizionata, ma cosa cambia in città delle stesse dimensioni con un’impostazione urbanistica diversa? O dove tutti hanno l’aria condizionata? Il centro storico ha ancora quartieri disabitati, si potrà valutare ad esempio qual è l’aumento di temperatura in una zona urbanizzata abitata rispetto ad una zona del centro storico non abitata durante l’inverno. Potremo capire qual è la dispersione termica di una città, quanta energia viene rilasciata, com’è il confronto con una città simile e se l’adeguamento termico degli edifici ricostruiti, in rapporto ai volumi, è stato efficace. Potremmo capire come usare al meglio il solare termico nell’arco di una giornata ed indurre un cambiamento nei comportamenti della popolazione che un Comune può promuovere.


Mappatura dei flussi delle acque

Anche questa è una sperimentazione del Gran Sasso Science Institute. E’ stato visto dove scorre l’acqua quando piove, quali sono le vie preferenziali dello scorrimento delle acque e come incidono sui palazzi che abbiamo costruito in quelle stesse zone, sappiamo dove arriverà più acqua, quindi in caso di evento eccezionale si potrà prevedere come reagiranno i collettori, quali sono i palazzi a rischio e quali controlli mirati effettuare immediatamente. Alcune zone si trovano nelle aree naturali di scorrimento delle acque, sono come il  fondo di una valle, sono zone a rischio da tenere pulite e monitorate. I Vigili del Fuoco avrebbero delle mappature certe e saprebbero dove andare prioritariamente con le carte che saranno fornite al Comune.


Sensori per traffico e parcheggi

Sapremo quali parcheggi sono liberi e quanti parcheggi per disabili con una app. Per non tenere acceso il motore di una macchina più del necessario e per dare priorità a chi ne ha più bisogno, mentre l’amministrazione saprà quali sono i primi parcheggi ad essere occupati e riuscirà a pianificare meglio quelli futuri, solo dove servono o nelle aree preferite dall’utente. Se ad esempio sapessimo che i primi parcheggi ad essere occupati sono quelli di viale Duca degli Abruzzi, un parcheggio ex novo, potremmo farlo su viale della Croce Rossa con sistemi innovativi drenanti per la raccolta delle acque piovane e cisterne controllabili sotto il parcheggio o in zone strategiche e a rischio, per farle funzionare da cuscinetto, cioè si riempiono in caso di eventi estremi in modo che le aree intorno non si allaghino.

Peraltro è obbligatorio recuperare per legge le acque piovane, da usare poi per l’irrigazione e la pulizia delle strade.

La gran parte dei palazzi ricostruiti in periferia dopo il 2009 non hanno una cisterna di recupero delle acque piovane, per innaffiare giardini ed orti condominiali, per cui continuiamo ad usare acqua potabile, un bene finito, una risorsa preziosa e non rinnovabile.

Riuscire a raccogliere le acque piovane è un obiettivo strategico importante per una pubblica amministrazione e su piazza d’Armi saremmo ancora in tempo, evitando gli allagamenti che conosciamo e recuperando una risorsa preziosa che andrà ad esaurirsi.