03 Giu 20

Mobilità sostenibile, ma per chi?

Oggi è la Giornata Mondiale della Bicicletta e il Comune dell’Aquila ha appena reso noto di aver pagato le prime 100 domande del suo programma di incentivo alla ebike che, quest’anno, si cumula con gli incentivi governativi varati poche settimane fa. Centinaia le domande all’Aquila, persone che hanno effettivamente già acquistato la ebike perché solo così si poteva accedere ai contributi.

Ed effettivamente a giudicare dal numero di bici in circolazione ieri, o due giorni fa, se ne trova riscontro, con un solo problema, ieri era festa e due giorni fa anche. Dove sono queste bici nei giorni feriali? Quanti la usano effettivamente per motivi di lavoro o studio? Non sarebbe nemmeno troppo difficile appurarlo avendo già i nomi di chi le ha acquistate e capire quindi se le bici hanno effettivamente un impatto sulla mobilità cittadina, e se no, per quale motivo.

L’ultimo dato che abbiamo, dai documenti del Pums, di un paio di anni fa, in un giorno feriale e nelle ore di punta in vari punti della città contava zero velocipedi in circolazione. Al momento le politiche nazionali e di tante città sulla mobilità a due ruote, pur motivate da esigenze ambientali e urbanistiche, sembrano in effetti rispondere più alla necessità di vendere un certo tipo di città a un certo tipo di utenza, con una capacità di spesa di un certo tipo, e renderle attrattive a quest’ultima.

Una logica non gravida di conseguenze, tanto per fare un esempio, per chi vive in centro e deve raggiungere il posto di lavoro a chilometri di distanza, che rischia di essere la prima vittima di quella città bomboniera che va venduta a un certo tipo di utenza. 

Per carità, nel nostro caso, con il corso principale della città ancora invaso dalle auto, è comunque meglio di niente ma dato che le richieste di investimenti sarebbe il caso di vederci un po’ più chiaro.

All’Aquila ad esempio, ora c’è, giustamente, anche una petizione per richiedere la realizzazione di una pista ciclabile nell’area della città compatta che serva per raggiungere il centro nei giorni festivi. L’auspicio è che queste linee che andremo a disegnare sulle strade non siano linee di esclusione come spesso avviene in tante città che hanno sperimentato queste politiche. Oltre a tener conto di tutta una serie di fattori ambientali, demografici, all’Aquila sono quasi 20mila i pensionati, la pianificazione di questi interventi dovrebbe tener conto di criteri di equità e razionalità.

Un primo passo potrebbe essere quello di cominciare a discutere di infrastrutture per le bici per chi lavora anziché per raggiungere il centro. Connettere i quartieri residenziali ai principali hub lavorativi, da Pettino ad esempio a Pile, Coppito, immaginare percorsi in bici dalle zone meno servite dai bus alle fermate principali, ammesso che ce ne sia qualcuna all’Aquila, oggi tutti questi percorsi non esistono o sarebbero del tutto insicuri da un punto di vista del manto stradale e del traffico per un potenziale ciclista dei giorni feriali. Ma anche prevedere incentivi più mirati a certe fasce sociali che anche per necessità la bici la userebbero volentieri nei giorni feriali o, ancora, anziché l’incentivo sperimentare dei progetti di adozione della bici nei luoghi di lavoro stessi.

Questo genere di cose potrebbe velocizzare l’impatto effettivo delle due ruote sulla mobilità cittadina, altrimenti forse preoccuparsi innanzitutto che l’Ama sia nelle condizioni di lavorare su un territorio complesso come il nostro. Anche quello che sembra un tema neutro, come la bici, ha bisogno di priorità su cui la politica dovrebbe discutere dati alla mano. 


*di Alessio Ludovici