Ascoltavo in un approfondimento su Radiounorai stamattina, che in Francia non esiste il reato di blasfemia, dunque la libertà di espressione è salvaguardata anche rispetto alla satira religiosa. In Italia è diverso, c’è il Vaticano che ha segnato la storia del Paese e nessuno, potrebbe mai, a meno di non incorrere in un reato gravissimo, prendere in giro Gesù. Democrazie differenti, cresciute diversamente ma entrambe estremamente libertarie, corrono in queste ore i paragoni sul terrorismo politico e religioso nella storia e non possiamo dimenticare quanto sia costata cara, l’espressione satirica in Italia, dove Pino Zac, l’imponente vignettista, fu censurato in tutti i modi, mentre collaborava con diverse riviste proprio in Francia, il Paese dove la libertà di espressione e quella satirica era ed è profondamente consolidata. Ed è per questo che ha una tradizione fortissima e solida e sarà per questo che la strage di ieri s’è consumata nella redazione del settimanale satirico più noto, il Charlie Hebdo, dove hanno perso la vita 12 persone sotto il fuoco di due kalashnicov, tra loro le più importanti matite, il direttore, un poliziotto. Due franco algerini gli attentatori, si presume, tra i morti un algerino, un marocchino anche il poliziotto non era un francese come lo intende chi insiste nel dover rimarcare il fatto che c’è una guerra in atto e l’occidente deve difendersi. Penso ci siano in giro dei terroristi sanguinari da isolare, su questo dovrebbe essere netta, la presa di posizione anche del mondo musulmano e senza mettere in discussione la libera espressione. Il leggere se la sono andata a cercare ci riporta indietro di decenni forse di secoli, Il Male, la più importante rivista satirica italiana fondata proprio tra gli altri da Zac subì una vita tormentata da chiusure, arresti e censure, diversi tabù sono ancora granitici, in galera si finiva per poco, come quei giornalisti che ci andavano per vilipendio alla religione, solo per aver preso in giro il Papa, in fondo, Capo di uno stato estero. La strada da fare sulla via della libertà di espressione è ancora lunga, non diciamo che al Charlie Hebdo hanno esagerato, non proviamoci nemmeno.