15 Set 20

Lauretana, dove rinascono gli ecomostri

Dovevano essere case popolari dimezzate e meno impattanti, sono invece più brutte di prima. Veri e propri ecomostri finanziati con i soldi pubblici per la ricostruzione post sisma e spacciati per Progetti strategici.

Come l’area Santa Croce/Lauretana, ma non solo quella, dove dovrebbero incrociarsi altri progetti strategici come Porta Barete su cui la Sovrintendenza ha posto il vincolo, ma intorno risorge tutto malamente, peggio di prima. Resta dunque molto poco da difendere quando parliamo di mura urbiche, di camminata illuminata, di luce calda dei centri storici perché già all’imbrunire, quegli ecomostri, giganti dell’horror in ascesa, sovrastano minacciosi il percorso.

E paurosi svetteranno nei decenni a venire a ricordarci le nostre incapacità congenite pagate a peso d’oro dallo Stato, così, cash, senza neanche verificare la qualità dell’edificato, perché si tratta di indennizzo quindi da utilizzare nella più totale discrezionalità del cittadino.

Ma l’amministrazione poteva e doveva fare molto di più, le battaglie civiche andavano fatte undici anni fa, quando l’architetto Gaetano Fontana, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione, individuò nel centro storico lo snodo nevralgico della riqualificazione urbana, avremmo dovuto rivedere lo spazio pubblico e le piazze, evitare di ricostruire le brutture, diradare l’abitato, eliminare gli scempi dei palazzinari, recuperare il cuore medievale della città antica con gli orti urbani e le nostre bellezze barbarizzate dalle speculazioni edilizie degli ultimi decenni.

Per Fontana c’era poco da fare nelle periferie, cresciute malissimo, e ancor meno nel cerchio immediatamente intorno al centro storico, come appunto la Lauretana, Villa Gioia, Banca d’Italia ecc. che definì per tali ragioni, ‘aree a breve’. Per l’assessorato alla ricostruzione di allora, che s’impuntò come un mulo, doveva essere purtroppo l’esatto contrario, a breve, doveva essere com’era e dov’era il centro storico, dove non c’era, secondo quella visione, nulla da riqualificare.

Qual è dunque il risultato oggi?

Che il centro storico rinasce bello, se non fosse per quei buchi neri di palazzinacci rinvigoriti da un nuovo sfacciato senza poesia alcuna, via Sallustio come prima, peggio di prima, viste le fogge cangianti dei palazzi, spazi pubblici ignorati, piazze e piazzette ancor di più e l’orrore della palificata su via Vicentini, che nessuno osò fermare, nonostante il vasto movimento d’opinione che voleva subito e a gran voce il recupero dell’antica Porta Barete.

Chi pagherà per queste ferite profonde inferte alla nostra storia?

E non solo non abbiamo Porta Barete, e chi sa se l’avremo mai, ma tutta la Lauretana risorge esattamente com’era. Dov’è la strategia? Un quartiere pessimo, urbanizzato malamente e rinato peggio su quelle misere mura urbiche che sembrano sbriciolarsi sotto il peso di tanta mostruosità.