Non ci si crede al #fertilityday della Lorenzin. Qualcosa di profondamente osceno, bigotto, razzista e sessista. Un abominio autentico, immorale e oscurantista, scrive Andrea Scanzi, al quale rubo uno stralcio della sua analisi indignata, quando dice invece di lanciare campagne “promozionali” così bieche e dolorosamente insultanti, peraltro orrende da un mero punto di vista tecnico (le foto fanno schifo, gli slogan sembrano scritti da Jimmy Lo Zozzo e il sito è bloccato) la Lorenzin potrebbe per esempio battersi per dare alle donne più lavoro, più garanzie, più aiuti, più asili nido, più mense scolastiche, più servizi. Più salari e più certezze. Jimmy Lo Zozzo. Scanzi è un genio e calza a pennello su una donna, la Lorenzin, che continua ad essere gretta anche nelle esternazioni di stamattina, al giornale radio, quando ha detto che la fertilità è questione di salute e del Paese, mi chiedo chi l’ha votata, nessuno, come fa a trovarsi lì, lo sappiamo, ed anzi proprio per questo, costringe le pasionarie di una sinistra che non esiste più, oggi in riga a sostenere il Governo Renzi con la Lorenzin, a tacere. Avesse fatto il lancio un’ex showgirl come la Carfagna nel Governo Berlusconi l’avrebbero fatta secca, impallinata, trinciata ridotta politicamente e umanamente in poltiglia. La Lorenzin no, resta al suo posto, con un semplice e veloce, correggeremo la campagna. Ma quale campagna? Forse quella romana, dove non starebbe affatto male, la Lorenzin, tra una zappa ed una vanga a riflettere, lavorando a testa bassa, sul senso stesso del suo fare politica. Gli ospedali chiudono, tagli netti e lineari ovunque, la sanità pubblica è al collasso, l’assistenza sarà a breve per pochi e la Lorenzin, Beatrice Lorenzin sperpera le tasse degli italiani in un modo così trucido. La cosa peggiore in assoluto e che non si rende conto di quello che ha fatto, di quello che farà, della Sanità, della serietà e competenza che il ruolo esigerebbe, ed anche per questo il Governo Renzi è un fallimento genetico, ministri talmente inadeguati da dover regredire al nulla, autoannullarsi e cancellarsi dalle pagine della storia, quella italiana, che sprofonda ogni giorno di più.