Un concorso di idee per architetti per i ruderi della chiesa di Santa Maria Paganica. L’annuncio, su Artribune, è del ministro Franceschini con il sindaco Biondi, in occasione dell’apertura del MAXXI L’Aquila. Un turismo colto, è l’attesa per le magnifiche stanze di Palazzo Ardinghelli, recuperato dopo il sisma grazie al contributo della Federazione russa, per la rinascita dell’Aquila con l’arte, la musica e lo spettacolo, alleati fondamentali, ha detto il ministro, molto vicino in questi anni alla città, ferita drammaticamente dal sisma del 2009.
Spettrale e abbandonata, Santa Maria Paganica ricorderà ogni giorno di più, con Palazzo degli Ardinghelli tornato a nuova vita, ciò che continua a non funzionare in questa ricostruzione. Le chiese sono la ferita più dolorosa, il concorso di idee è la svolta suggerita da Biondi al nulla cosmico che ci è stato inflitto per oltre un decennio dalle periferiche articolazioni ministeriali, ormai paralizzate da meccanismi infernali.
Non è una sede distaccata del MAXXI di Roma, ha tenuto a precisare Giovanna Melandri, presidente della Fondazione che gestirà il museo, è il MAXXI L’Aquila, un’istituzione aperta che dialoga con il territorio. Nel periodo delle chiusure abbiamo lavorato con MunDA, Gran Sasso Science Institute e con le istituzioni locali in un clima di continuità fra le diverse amministrazioni che si sono succedute.
Chiaro che adesso andrà coinvolto il territorio, bisognerà attrarre turismo colto e generare occasioni e contaminazioni con le creatività del luogo, cercando di mantenere alto il livello. Il Palazzo esporrà arte contemporanea selezionata per la riapertura e 60 opere della collezione permanente del MAXXI. E già questo gioco di scambi fa ben presagire una prospettiva aperta. Sezioni di fotografia, con Paolo Pellegrin sulla città ferita (nella foto), di architettura e la mostra inaugurale Punto di equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti, dedicata proprio a Spalletti, scomparso nel 2019 mentre lavorava, tra le altre cose, all’allestimento del nuovo museo con la sua opera pensata per il luogo.
Ed ancora Alighieri Boetti, Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, con la scultura di sale di Elisabetta Benassi, La città sale, definita dall’artista deposito di memoria con gli arazzi di William Kentridge, in un gioco di armonie con l’ambiente circostante.
Storica dimora dell’omonima famiglia Ardinghelli, di origine toscana, il Palazzo è considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano, fu edificato tra il 1732 e il 1743, dopo il grande terremoto che nel 1703 distrusse la città. Progettato dall’architetto romano Francesco Fontana, figlio del più celebre Carlo, è caratterizzato da un cortile porticato da cui parte lo scalone monumentale di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti dell’artista veneto Vincenzo Damini, che rappresentano i Quattro Continenti e l’Aurora, datati 1744. Proprio la corte interna che attraversa l’edificio, collegando piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi, renderà il museo uno spazio urbano pubblico aperto alla città, creando un filo ideale con la piazza del MAXXI a Roma, disegnata dall’architetta Zaha Hadid, che unisce due aree del quartiere Flaminio.
Dopo la morte di Filippo Ardinghelli, per il Palazzo iniziarono secoli di progressivo degrado fino al devastante sisma del 2009. C’era la Pretura, alla fine del secolo scorso, poi l’Anagrafe del Comune, quindi la vendita al Demanio e alla fine del 2008 l’affidamento al MiBACT.
Speriamo sia il giusto inizio per la progressiva rinascita dell’intero Quarto con la chiesa di Santa Maria Paganica, così da alleggerire la coscienza di un Paese e dell’intera comunità.