L’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, pubblica il totale dei pareri emessi e informa che nel 2015 sono stati 232, il che, per me, non significa nulla. L’Usra deve vedere migliaia di pratiche, almeno 1.300 schede parametriche e circa 2mila pratiche ereditate dalla filiera, il primo metodo per esaminare le istruttorie con un sistema che vedeva tre attori pronunciarsi sulla richiesta, che è stato poi sostituito con la scheda parametrica, introdotta dalla Legge Barca nel 2012. La scheda parametrica avrebbe dovuto accelerare il processo perché, ci dissero, c’erano già dei parametri, per cui il contributo economico chiesto sui lavori di una palazzina o di un comparto del centro storico sarebbe stato facile calcolarlo. Sono passati tre anni e da allora, con quel metodo, il Comune dell’Aquila ha chiuso e mandato a contributo solo sette pratiche. Colpa dei professionisti con troppi incarichi, di un sistema fallimentare messo su o di una fuffa tutta romana per rallentare l’esame perché non ci sono i soldi, i motivi potrebbero essere i più disparati, ma che l’Usra abbia emesso oltre duecento pareri, mi dispiace, non significa nulla, ad aprile, sono state girate al Comune dell’Aquila per emettere il contributo 15 pratiche della vecchia procedura e 10 della nuova, prima parte, perché la seconda comporterà un nuovo iter sul progetto esecutivo. Non saprei proprio come associare 232 pareri, a qualche decina di pratiche girate all’amministrazione dall’inizio del 2015. Il lavoro dell’Ufficio speciale è disastroso e nonostante i 50 tecnici assunti i risultati prodotti sono miserevoli, potrebbe però scatenarsi una valanga di ricorsi al Tar perché nomini un commissario che stabilisca il contributo ad una pratica, magari giacente dal 2012. Si è infatti pronunciato il 7 maggio scorso, intimando all’Ufficio speciale di provvedere entro 30 giorni, altrimenti nominerà appunto un commissario, non essendo stati ancora pubblicati termini e priorità entro i quali pensano di esaminare le pratiche pendenti, il che vuol dire che i 180 giorni al massimo sanciti dallo Sblocca Italia, dalla presa in carico della richiesta, non significano nulla se non si sa quando saranno prese in carico. E nessuno lo sa.
Nella foto, San Gregorio frazione dell’Aquila