Circa 70 organizzazioni non governative, tra le quali Amnesty International, hanno sollecitato la comunità internazionale a garantire la massima protezione per la salute sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze, così come dei gruppi marginalizzati, in fuga dall’Ucraina.
Gli attacchi russi hanno colpito la popolazione civile e le infrastrutture fondamentali, come gli ospedali e altri centri sanitari. Nei prossimi mesi c’è il rischio di un forte incremento dei tassi di mortalità materna e infantile e della diffusione di malattie.
Il sistema sanitario dell’Ucraina è al collasso e l’accesso ai servizi medici essenziali è nullo nelle zone sotto attacco e ridotto in quelle ancora risparmiate.
Con la guerra, c’è il pericolo di un aumento della violenza di genere, della violenza sessuale e dello sfruttamento sessuale, denunciano le ong.
La maggior parte dei quasi due milioni di sfollati interni e degli oltre tre milioni di rifugiati è costituita da donne, ragazze e bambine: anche per loro, il rischio di subire violenza è elevato.
In molti degli Stati che stanno accogliendo le persone in fuga dall’Ucraina sono in vigore norme che limitano l’accesso ai servizi essenziali e urgenti di salute riproduttiva. A queste difficoltà si sommano anche gli alti costi delle prestazioni sanitarie.
Per questo, le 70 organizzazioni non governative sollecitano i governi europei, i donatori e la comunità internazionale nel suo complesso a garantire che siano tutelati i diritti sessuali e riproduttivi delle persone in fuga dall’Ucraina, per quanto riguarda in particolare la contraccezione d’emergenza e altri metodi contraccettivi, l’interruzione di gravidanza, le cure prenatali, la profilassi post-esposizione e i trattamenti contro le infezioni a trasmissione sessuale.
Negli ultimi 12 mesi Amnesty International ha documentato catastrofici attacchi ai diritti delle donne e all’uguaglianza di genere, che a livello globale hanno ridotto la protezione e aumentato le minacce nei confronti delle donne e delle ragazze.
In occasione della Giornata internazionale delle donne, l’organizzazione ha sollecitato un’azione decisa per fermare l’erosione dei loro diritti. Le immagini delle donne in Ucraina che partoriscono mentre cercano riparo dai bombardamenti, delle madri disperate o coi figli in braccio o delle bambine rimaste orfane, evidenziano cosa significhino per loro i conflitti e le crisi umanitarie. Le donne e le ragazze finite ora in mezzo al conflitto si sono unite a milioni di altre donne che hanno sofferto il costo umano dei conflitti armati della Siria, dello Yemen, dell’Afghanistan e di altri luoghi.
La progressiva militarizzazione della vita quotidiana grazie alla proliferazione delle armi, all’aumento della violenza e alla destinazione delle risorse pubbliche alla spesa militare, ha un costo altissimo per le donne e le ragazze.
Oggi in Ucraina e nelle zone circostanti, le donne e le ragazze sono di nuovo in grave pericolo. Amnesty International aveva già denunciato come gli ultimi anni di militarizzazione nelle regioni dell’Ucraina orientale avessero causato l’aumento della violenza di genere e ridotto l’accesso ai servizi essenziali. Il rischio ora è che ciò si estenda in tutto il Paese. Attiviste dei diritti umani sono state in prima linea nelle manifestazioni per i diritti umani in molti Stati, tra cui Ucraina, Polonia, Bielorussia, Russia, Stati Uniti e Afghanistan. In molti casi, lo hanno fatto affrontando intimidazioni, anche contro le loro famiglie, minacce d’arresto e aggressioni fisiche.