16 Gen 23

FOQUS, un progetto pilota per le donne

FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli, ha pensato a un progetto pilota di aggregazione e consapevolezza culturale esclusivamente per le donne. Le donne che vivono nei Quartieri Spagnoli, sia native italiane che immigrate, sono portatrici di una domanda non emersa di emancipazione, socializzazione e pre-formazione, spiega la nota ufficiale. 

Abbiamo pensato di dar vita a un progetto che vuole far leva su competenze e saperi che, si suppone, ogni donna possieda già, cioè “l’arte del cucinare”. Attraverso la preparazione del cibo, la valorizzazione di saperi come il cucinare, la conoscenza e lo scambio tradizioni culinarie delle diverse culture, il progetto vuole innescare processi di conoscenza, riconoscimento culturale e inclusione sociale, che permetteranno di meticciare sapori e saperi diversi e potranno essere il punto di partenza che condurrà un gruppo di donne a intraprendere un percorso lavorativo nel settore alimentare e della ristorazione, che potrà trovare nel rinnovato appeal turistico dei Quartieri Spagnoli i prodotti per una ristorazione e una produzione da vendita originale.

Gli organizzatori stimano di coinvolgere subito 50 donne dei Quartieri Spagnoli, donne di origine italiana e di origine e provenienza da altri Paesi; di avviare le azioni formative con 30 donne, di riuscire a trattenere nell’impegno annuale di formazione almeno 10 donne.

Avranno priorità nell’accesso alle diverse fasi del progetto madri inoccupate, disoccupate, NEET, che saranno anche disponibili a far accogliere i propri figli nel nido o nella scuola dell’infanzia durante le ore di svolgimento dei corsi. 

Sono destinatari indiretti dell’intervento: le famiglie e la comunità dei Quartieri Spagnoli che sarà interessata dal progetto e ne beneficerà in termini di arricchimento dell’offerta presente sul proprio territorio e a loro rivolta. 

I Quartieri Spagnoli di Napoli sono area ad altissima fragilità sociale ed economica. Sono abitati da un’elevata percentuale di popolazione straniera, residente e inoccupata poco integrata nella già fragile comunità sociale di riferimento, e di donne napoletane che vivono in condizioni di povertà. Queste corpi sociali diversi non comunicano tra loro e si evitano perché non si conoscono. Sappiamo che in questi luoghi della fragilità sociale, per innescare un vero progetto di inclusione che dia vita ad una vera comunità, è necessario che i soggetti condividano esperienze di vita e lavorative. Sappiamo anche che proprio in questi quartieri, più degli uomini, sono le donne i soggetti su cui fare leva per mettere in moto processi di inclusione ed emancipazione. Le donne, infatti, se adeguatamente coinvolte, possono essere promotrici di strutturali processi di sviluppo, per se stesse e per il proprio nucleo familiare. Il progetto focalizza l’attenzione sulla creazione di uno spazio in cui sperimentare e costruire coesione.

Costruire innanzitutto uno spazio di ascolto, sostegno, accoglienza psicosociale e di contatto, conoscenza, confronto tra donne appartenenti a diverse comunità linguistiche e culturali. Quindi, per il gruppo multiculturale così costituito, la costruzione di un percorso per l’emancipazione, l’attivazione, la soggettivazione. Dentro carriere di povertà assoluta, le donne spesso restano segregate in casa, eppure rappresentano il baricentro attorno cui ruota la famiglia e la comunità. In questo progetto sono coinvolti Associazione di promozione sociale ‘Piedi per la Terra’ e l’Associazione di promozione sociale ‘Napoli Children’.