24 Mag 17

Fondi cultura, perché fare bandi finti?

I Cantieri dell’Immaginario, L’Aquila verso Italia 2019, il Festival della Montagna, la Notte europea dei Ricercatori, Univaq street science: la ricerca al centro, Centro Studi L’Aquila Danza, Attività Culturale, Festival della Partecipazione ed Officina L’Aquila, hanno vinto il bando postumo per ottenere risorse culturali per attività svolte nel 2016. Per il cratere è passato il progetto Periferie 2016. Senza evidenza pubblica, i 3milioni previsti per il 2016 sono andati, uno e sei alle istituzioni storiche, 500mila al cratere, quelli non spesi li recupererà nel 2018, e 900mila euro al bando finto. In totale 13milioni e due dal Cipe, che il Comune gestirà fino al 2020 come soggetto attuatore per la ripresa culturale e turistica post sisma anche del cratere. Come può il Comune concorrere anche all’assegnazione? E come può ottenere l’assegnazione da una Commissione di Valutazione che ha nominato? A metà luglio di un anno fa la Giunta, con il progetto L’Aquila verso Italia 2019, tra i vincitori 2016, coinvolse senza alcuna selezione pubblica realtà associative del territorio, chiedendo loro di proporre un progetto specifico di portata triennale, nel loro ambito d’intervento. Sono quindi state presentate le proposte, il progetto fu considerato in maniera unitaria allegato alla delibera e previde un programma di iniziative da svolgersi nell’annualità 2016 per poi proseguire in un programma più ampio da realizzarsi fino al 2018, presumendo una spesa complessiva si legge nell’atto, esclusivamente per l’annualità 2016 e comprensiva del progetto I Cantieri dell’Immaginario pari ad 1milione 15mila 636 euro come si evince dal piano finanziario allegato. Da moltiplicare naturalmente per tre anni. L’assessorato alla Cultura, spiega quindi la delibera di Giunta, trasmise le carte alla Regione perché le girasse alla Struttura di Missione per la candidatura a finanziamento. Il 30 giugno il Comitato d’indirizzo ne prese atto e con la delibera di Giunta del luglio seguente di un anno fa, il finanziamento fu blindato e messo al sicuro da ogni selezione pubblica. Queste proposte triennali avrebbero dovuto succhiare tutti i fondi Cipe disponibili nei 13milioni e 200mila euro, tolti quelli predestinati agli enti culturali storici e al cratere. Senza alcuna selezione pubblica, a luglio 2016, avevano già deciso a chi assegnare i fondi per la ripresa culturale.