I nostri fiumi non sono in buona salute e necessitano di una diffusa azione di riqualificazione per contribuire alla sicurezza dal rischio idrogeologico, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e riqualificare gli ecosistemi d’acqua dolce.
Per questo lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, WWF Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak e Spinning Club Italia hanno lanciato l’iniziativa di citizen science LiberiAmo i Fiumi per sensibilizzare sullo stato dei nostri corsi d’acqua.
Grazie a questa iniziativa volontari, canoisti e pescatori hanno censito le barriere artificiali lungo molti corsi d’acqua. Grazie all’utilizzo dell’app Barrier tracker sono stati identificate 11mila 054 barriere, tra dighe, traverse, rampe e chiuse, alla continuità ecologica e geomorfologica dei fiumi italiani. È stato così possibile integrare le 630mila segnalazioni inserite nell’Atlante Pan-Europeo delle barriere in-stream del progetto europeo AMBER – Adaptive Management of Barriers in European Rivers, finanziato dal programma quadro Horizon 2020 dell’Unione Europea.
In Abruzzo sono state censite dai volontari ben 599 barriere tra dighe, rampe, sbarramenti e altro.
L’Abruzzo ha una triste storia con i suoi fiumi, dichiara Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo, in una nota. Negli anni ’80 conquistò il Premio Attila del WWF Italia proprio per la gestione dei suoi corsi d’acqua che furono in larga parte aggrediti da cementificazione delle sponde, escavazioni in alveo e costruzioni lungo gli argini. Un’aggressione che continua ancora oggi come testimonia ad esempio il fiume Vomano, principale corso d’acqua della provincia di Teramo, già fortemente compromesso da una serie di barriere e dighe realizzate a scopo idroelettrico, che recentemente sta subendo l’ennesimo intervento per un nuovo sbarramento a scopo idroelettrico nei territori tra Atri, Morro d’Oro e Roseto degli Abruzzi che lo renderà ancora meno sicuro. Recentemente come WWF abbiamo anche contestato l’impostazione del disegno di legge ‘Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua e di interventi di manutenzione fluviale a compensazione’ presentato dalla Giunta regionale. Se dovesse essere approvata questa legge peggiorerebbero le condizioni delle aste fluviali senza apportare alcun beneficio nella prevenzione delle alluvioni, aumenterebbe la fragilità del reticolo fluviale regionale a fronte dei cambiamenti climatici già in essere e creerebbe persino incongruità anche economiche, nonché immotivati privilegi, nel settore del mercato del materiale di cava.
Il tempo per agire è quasi scaduto, sottolinea Andrea Agapito Ludovici, responsabile Acque WWF Italia. Molte delle barriere censite in Italia sono obsolete e controproducenti e potrebbero essere rimosse. Questa azione contribuirebbe all’impegno di riconnettere e riqualificare 25mila km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità. Purtroppo ancora non si muove nulla mentre sarebbe necessario redigere urgentemente un Piano di ripristino ambientale e un Programma di rimozione di barriere. È necessario iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi e bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali, evitando la costruzione diffusa di invasi che aumentano la frammentazione del reticolo idrico superficiale e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici del territorio. Come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa ‘LiberiAmo i Fiumi’, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua, contribuendo così a creare una banca dati europea delle barriere.