Come va a finire con il Festival della Montagna, se perderemo i finanziamenti 2017, derivanti dal 4% per la ricostruzione, e qual è la programmazione 2017/2018, lo hanno chiesto in un’interrogazione al sindaco, i consiglieri del Passo Possibile Paolo Romano ed Elia Serpetti. Nel 2016 il Festival della Montagna è stato fatto con un finanziamento presunto di 85mila euro, ha riferito Biondi in Aula, invece sono stati poi assegnati 57mila euro, per cui l’organizzazione ha avuto un buco in bilancio. Sul Festival decideva un Comitato presieduto dal sindaco Cialente e nel Comitato c’era anche l’allora dirigente Dania Aniceti, pensate un po’, dopodiché, ha proseguito il primo cittadino, compare un bando con cui riescono perfino a bocciare il Festival della Montagna. Siamo al 2017, Downing street rinuncia al finanziamento e gli altri progetti in graduatoria ad una piccola parte, si creano spazio e risorse per fare il Festival ma l’associazione non riusciva a pagare i fornitori, della precedente edizione evidentemente. E non potevano prendere il cofinanziamento regionale, perché i fondi dovevano essere spesi entro il 2017. Mi hanno poi portato il consuntivo al 20 dicembre 2012, non so se il disavanzo è stato ripianato, suggerii loro di farlo a primavera, entro giugno 2018, ma non potevano coprire i buchi perché la Regione non poteva erogare i fondi. Siamo quindi al 2018, le risorse sono state riassegnate mentre il nuovo Comitato è esterno all’amministrazione, e di esso fa parte anche il rappresentante legale di Gran Sasso Anno Zero, lamentano delle lentezze, ha aggiunto Biondi, quando dovrebbero lamentarsi di loro stessi. Per quanto riguarda l’era Biondi, non volevamo partecipare ad un nostro stesso bando, ha spiegato, per cui abbiamo scelto il finanziamento diretto alla Perdonanza, al Jazz, al Festival della Montagna e ad altri eventi come la Notte dei ricercatori, di cui siamo proponenti con GSSI e Infn, oltre ai Cantieri dell’Immaginario. Nessun taglio alla Perdonanza, sui costi totali sta facendo un approfondimento il capogruppo Articolo 1 Masciocco, abbiamo invece tagliato dal Jazz il Salone Tipici dei Parchi, 60mila euro, siamo riusciti perfino a pagare per far vendere delle cose. Le risorse ci sono, ha concluso, ma dopo il 2020, il 4% dei fondi per la ricostruzione per la ripresa terminerà e gli eventi dovranno reggersi sulle proprie gambe, mentre le economie, dal 2016 400mila euro, le investiremo per il decennale dal sisma del 6 aprile 2009.