30 Mag 14

Le rovine di Igreja do Carmo a Lisbona

La storia delle rovine della chiesa del Carmine a Lisbona, Igreja do Carmo, distrutta dal terremoto  devastante del 1775 è intrigante. Gli archi gotici sono rimasti a cielo aperto senza più tetto e coperture così come li distrusse il sisma ed è oggi sede del Museo Archeologico del Carmo, dove c’era prima il coro, tra i più visitati a Lisbona. I resti della chiesa affascinano parecchio, chi visita quei luoghi ne racconta la maestosità intatta, nonostante la mancata ricostruzione, il museo conserva reperti ritrovati sotto le macerie ed oggi esposti lungo le navate all’aria aperta tra vasi, tumuli ed anfore in terracotta. La chiesa era annessa ad un convento medievale crollato completamente a seguito del terremoto. Un esempio venuto fuori ai lavori del Watch Day, ieri, sul centro storico dell’Aquila inserito nella lista del World Monuments Watch di New York tra i siti mondiali da salvare e conservare, per mostrare come in alcuni casi, la mancata ricostruzione ha comunque sancito il successo del recupero di un bene architettonico di rilievo, peraltro, tra i più visitati al mondo. Anche per le suggestioni che restituisce, considerata l’assoluta unicità del luogo conservato proprio come rudere. La Bartolomucci ricercatrice Itc-Cnr e tra i promotori della giornata, cita la chiesa di Santa Maria Paganica, particolarmente danneggiata, a causa della perdita di murature e copertura, come esempio di architettura per la quale il com’era e dov’era ed un restauro che si limiti a salvaguardare ciò che resta, potrebbe non essere la strada migliore. Conservare sì ma bisogna capire bene come, c’è stato un sisma, quel che c’era prima non c’è più, forse L’Aquila, vorrebbe orientarsi come a Lisbona e conservare solo i resti, ma nessuno ha posto finora la sfida. La cattedrale di San Massimo si trova nelle medesime condizioni, scoperchiata da cinque anni ha ormai praticamente perso tutto l’interno con l’erosione degli agenti atmosferici, e più il tempo passerà e più non avrà senso un recupero ormai perduto. La suggestione di tali proposte appare sicuramente forte agli occhi della comunità aquilana che desidera solo riavere la propria città, quella persa cinque anni fa con il sisma. Un aperto dibattito sul cosa fare e sul come recuperare il centro storico è fondamentale, perché nessuno, da solo, può assumersi la responsabilità di recuperi e restauri così importanti senza neanche sapere come è andata nelle catastrofi del resto del mondo.