Il 28mo Rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, registra le politiche ambientali di 105 capoluoghi di provincia e si fonda su 18 parametri raggruppati in cinque macroaree che sono aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente.
Prima è Trento (84.7%), seconda Reggio Emilia (77.8%) e terza Mantova (75.14%). Tra le 20 città più virtuose, ventesima risulta Teramo (62.6%), quarta Pordenone, poi Bolzano, Parma, Belluno, Treviso, Ferrara, Rimini, Trieste, Udine, Cuneo, Macerata, Cagliari, Forlì, Sondrio, Pesaro e appunto ventesima Teramo.
Ciascuno degli indicatori ottiene un punteggio con un peso finale espresso in termini percentuali che considera anche le politiche intraprese dagli enti locali, mentre i dati sono stati raccolti da Comuni, Istat, Aci, Ispra ed elaborati in collaborazione con IlSole24ore, a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, rileva Legambiente, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione.
Ultima è Palermo (26.6%), preceduta da Catania (29.3%), Brindisi (30%), Alessandria, Messina, Latina, Isernia, Massa, Ragusa e Siracusa, Grosseto, Salerno, Monza, Caltanissetta, Napoli e Foggia 90ma con un valore di 41.4%.
L’Aquila è 56ma con il 53% di valore mediano. Prima in Italia come più bassa concentrazione di PM10, è 10ma nella classifica ambientale per biossido di azoto e 29ma nel superamento dell’ozono. Per quanto riguarda le concentrazioni di polveri sottili (PM10) in atmosfera, anche nel 2020 la media annua dei 40 µg/mc, valore limite per la protezione della salute umana fissato dalla direttiva comunitaria, viene rispettata in tutte le città; rileva Legambiente. La situazione peggiora se si guarda invece alla media giornaliera da non superare secondo i limiti di legge (50 µg/mc), con 35 capoluoghi che superano i 35 giorni consentiti e 13 centri urbani dove si conta più del doppio dei giorni di sforamento. Si riduce invece il valore medio delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2), così come il numero di città dove lo stesso supera il limite di legge, mentre il valore medio delle centraline che rilevano le concentrazioni di ozono (O3) supera la soglia di protezione della salute umana in circa un terzo dei Comuni considerati (39 su 105).
Va male sul fronte uso efficiente di suolo, si piazza infatti alle ultime posizioni; e sulle aree pedonali, per cui non ha nemmeno un metro quadrato per abitante, con circa 27,27 mq di verde urbano per abitante; contro i 995 di Matera; i 399 di Trento e i 337 di Rieti.
Per quel che riguarda le energie rinnovabili è lontana dai 30.5 Kw/1000 abitanti che registra Padova, la prima città per utilizzo pubblico di energia solare, registrando 5.6 Kw/1000 abitanti. Il valore medio nazionale, in lieve calo, si attesta sui 4.77 kW/1.00 ab.
Riguardo gli alberi in area di proprietà pubblica, L’Aquila ha 21.6 alberi piantati/100 abitanti, di contro abbiamo Cuneo con 190.47/100 ab.; Modena 114/100 ab. e Trieste con 102 alberi/100 ab.
Le perdite della rete idrica restano stabili, il 36,1% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti. In 19 città si disperde la metà o più dell’acqua immessa nelle condutture. Solo cinque capoluoghi contengono le perdite entro il 15% e sono Macerata, Mantova, Milano, Pordenone, Trento. Secondo i rilievi effettuati da Legambiente, L’Aquila perde il 30.26% di acqua.
Per quel che concerne la depurazione e l’efficienza espressa in termini percentuali, L’Aquila ha un’efficienza dell’88,26%; sotto il 50% di efficienza Treviso, Benevento ed ultima, non classificata, Cesena.
Cresce in tutti i capoluoghi il valore medio dei consumi idrici domestici 153,2 litri al giorno pro capite, un 3% in più rispetto al 2019. Siena consuma 410,4 litri pro capite. Roma, Avellino e Salerno non sono classificati, mentre L’Aquila sta su 125,76 litri pro capite.
Sulla macroarea mobilità non va affatto bene. Il capoluogo di Regione ha 77 automobili circolanti ogni 100 abitanti, contro le 43 di Venezia, prima in classifica, le 48,46 di Genova e le 49,4 di Milano. La peggior performance è di Frosinone che vede circolare 80,2 macchine/100 abitanti.
Con il trasporto pubblico percorre 43.6 km l’anno per abitante; al primo posto c’è Milano con 86 km, e all’ultimo Ragusa con 3.9 km l’anno per abitante, ma nonostante la settima posizione non riesce a stimolare cittadini e residenti a lasciare l’automobile a casa, registrando 45 passeggeri l’anno per abitante su trasporto pubblico, contro i 466,8 di Milano; i 416 di Venezia; i 327 di Roma e i 307 di Genova. Sondrio è a neanche due passeggeri l’anno, come pure diversi altri capoluoghi che non superano la decina.
Va malissimo anche sulle piste ciclabili con 0.42 mq/100 ab. contro i 45.7 mq di Reggio Emilia, prima in classifica. Vittime o feriti su strada, quasi 5/1000 ab, e non sono pochi.
Molto male la raccolta differenziata, L’Aquila è nelle ultimissime posizioni, 104ma, recuperando solo il 9.1% sul totale dei rifiuti prodotti, dietro di noi solo Catania con il 9%. Superano invece l’80% del recupero Ferrara, Treviso, Pordenone, Mantova, Reggio Emilia, Trento, Belluno e Parma.
E non va meglio sui rifiuti prodotti annualmente, 486 chili per abitante; sopra i 700 chili prodotti c’è Massa, Piacenza, Ravenna e Cesena. Ma anche Reggio Calabria, prima, con 364,116 chili l’anno non va certo benissimo.
In ambito regionale, dopo L’Aquila c’è Chieti, 63ma, (51.7%); poi Pescara, 76ma, (45.7%), entrambe sotto la media percentuale totalizzata dai centri urbani che resta ferma al 53.5% come un anno fa.