Il premier Renzi all’Aquila, nel pomeriggio di oggi. Toccata e fuga per parlare dei temi caldi che interessano l’Abruzzo, che di sicuro il primo ministro riuscirà a dribblare senza il minimo contatto con la città e con chi è sceso in piazza per dimostrargli il proprio dissenso. Per le politiche attuate e per aver volutamente ignorato L’Aquila che conoscerà con una veloce passerella nel centro storico distrutto, poi evitata a causa delle proteste, coi manifestanti tenuti alla larga dalla celere, come chiunque altro da Palazzo Fibbioni e dal Gran Sasso Science Institute. Dove dovrebbe intrattenersi cinque minuti di più per confrontarsi, stando all’agenda di Governo, sulla ripresa economica e la restituzione delle tasse non pagate dopo il sisma dalle imprese, ma richieste indietro dall’Ue, le trivellazioni in Adriatico e grandi infrastrutture, ricostruzione e flussi certi di finanziamento per il cratere sismico, sanità e fine del commissariamento e chi sa cos’altro ancora. Con D’Alfonso, la Pezzopane e Lolli, e poi Cialente che non ha avuto nessun riscontro ufficiale a tale visita se non un’informativa veloce, a seguito della quale ha confermato la notizia. Matteo Renzi è talmente smart da venire freneticamente nei luoghi terremotati, per smollarli subito senza lasciare traccia, se non nella promessa di tornare tra un anno mentre il territorio guarda da lontano, contusi tra i manifestanti bloccati, ferita anche una poliziotta. Si temono le prossime mosse di una politica locale miope, che s’accontenta di un incontro tra intimi e che non capisce quanto interessi poco e niente al presidente, la questione post sisma. La città, blindatissima, dovrà solo assorbire in silenzio i soliloqui di Renzi com’è abituata a fare con quelli di Cialente, senza aver avuto il tempo di capire come spendersi per rappresentare velocemente al Governo, che evidentemente ne ha poco, le sue priorità vitali. Come una normativa chiara per la ricostruzione, dopo la Legge Barca abbiamo solo l’articolo 11 di un decreto diventato da qualche settimana norma, messo insieme alla svelta così com’è venuto.