07 Apr 24

Diritto alla salute, l’Abruzzo rispetta le prescrizioni solo nel 61% di casi

Secondo uno studio di Federconsumatori, nell’aprile del 2023 l’Abruzzo è riuscita a rispettare le prescrizioni solo nel 61% dei casi. Le ragioni sono note: tagli, tagli e ancora tagli di risorse e di uomini e donne senza i quali nessuna prestazione è possibile. Nei paesi europei avanzati la spesa sanitaria è pari all’8% del Pil, rileva in una nota la segreteria generale della CGIl Abruzzo Molise in occasione della Giornata mondiale della Salute. “La mia salute, il mio diritto”, il titolo scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la 76esima ricorrenza

In Italia il rapporto spesa sanitaria/Pil precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi addirittura al 6,1% nel 2026 con un inevitabile ulteriore peggioramento della qualità della cura, prosegue, nonostante già assistiamo a Pronto soccorso non degni di un paese civile, a liste di attesa infinite, a persone costrette a rinunciare alle cure perché non hanno i soldi per farlo. Salute come benessere generale e dunque come qualità e dignità del vivere e del lavorare, rispetto dei diritti umani, civili, sociali. C’è da chiedersi quanto nella nostra Regione si stia lavorando davvero per garantire questo concetto a tutto tondo di salute e di benessere.

Dall’ultimo drammatico monitoraggio relativo ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) l’Abruzzo risulta essere tra le Regioni che non riescono a garantire gli standard essenziali e tra le principali carenze delle Regioni inadempienti ci sono soprattutto l’area della prevenzione, quella delle coperture vaccinali, degli screening oncologici e dello stile di vita, denuncia il sindacato. Certo è che l’Abruzzo continua a fare una gran fatica a rispettare i tempi definiti dalla legge per erogare prestazioni che servono per prevenire patologie o l’aggravarsi di malattie presenti. O anche per curare e riabilitare così come prevede la legge che istitutiva il Servizio Sanitario Nazionale.

La Regione Abruzzo in questi ultimi anni ha dimostrato di non avere alcuna strategia sul personale se non quella di farlo lavorare di più con prestazioni aggiuntive, oltre agli ulteriori trasferimenti alla sanità privata verso cui si dirottano sempre più risorse. Non convincono le soluzioni pre elettorali fatte di ambulatori mobili su quattro ruote o servizi alternativi al Cup per prenotare prestazioni ambulatoriali, visto che risultano ancora chiusi diversi calendari per prestazioni importanti come risonanze magnetiche o ecografie all’addome.

La recente lettera di 14 esperti tra scienziati, esperti di management, docenti universitari, premi Nobel, dovrebbe far riflettere tutti ed essere da monito e spunto per la nuova Giunta abruzzese che si va componendo. La stessa Conferenza delle Regioni due giorni fa ha lanciato un ultimatum dichiarando che se il Governo non dovesse ripristinare i finanziamenti di 1,2 miliardi tagliati dal decreto Pnrr valuterà se rivolgersi alla Corte Costituzionale. Anche la Corte dei Conti e la Ragioneria generale dello Stato denunciano il sottofinanziamento del Fsn e la non garanzia dei livelli essenziali di assistenza.

Occorre ridare centralità al Servizio sanitario pubblico e universale e impedirne smantellamento e privatizzazione, conclude la nota. Bisogna invertire la rotta, non è sufficiente correggere la direzione.