Cialente ha convocato una Giunta in fretta e in furia perché ha deciso di dimettersi, la sua maggioranza è certa, stavolta fa sul serio. E in effetti nel corso del suo primo mandato, a un certo punto diede le dimissioni, ma poi le ritirò e tornò al suo posto. Stavolta sarebbe diverso, la Giunta d’altra parte, non vuole andare a casa e così in mattinata lo ha convinto a prendersi due giorni di tempo per riflettere, ha quindi convocato una conferenza stampa per diffondere le proprie decisioni. Due giorni di tempo entro i quali aspetterà un segno da Letta, da Renzi, dal regionale e da chiunque gli possa dire non te ne andare, se te ne andrai la città resterà drammaticamente paralizzata. E’ un rincorrersi di voci per tutto il giorno, se ne va, non se ne va, con quel giuda di Trigilia che ha pugnalato la città e che non può certo passare come niente fosse, per gli apparati del partito di Cialente, il Pd, è un modo come un altro per voltare le spalle all’Aquila, per dirgli, cogliendo al volo la bufera giudiziaria, non vi diamo più un centesimo. Dunque se ci sarà qualcuno da far fuori, quello dovrà essere Trigilia (Pd), intanto il segnale da Roma, almeno per la giornata di oggi, non è arrivato. Non c’è un attestato di solidarietà per il Sindaco, tra le categorie, le associazioni, gli apparati, i professionisti o le istituzioni culturali, nessuno disposto a dirgli devi rimanere perché finora hai fatto bene, non sarà facile, stavolta, tornare sui propri passi, due giorni d’attesa sono lunghi, troppo lunghi per un sindaco narciso che è stato per quasi cinque anni al centro del mondo, ed oggi si ritrova solo, con la solidarietà del proprio staff, perché neanche la senatrice Pezzopane, compagna di partito d’una vita s’è ancora vista. E il partito non sa se la strategia è quella giusta, la forza dell’Aquila, finora, è stata quella dell’onestà, contro gli sciacalli che quella terribile notte ridevano, pronti a fare affari sulla ricostruzione d’Abruzzo, oggi invece, il Paese sa che gli sciacalli, erano anche nella città terremotata, un’aggravante difficilissima da far superare con piccoli disegni e piani politici fuori luogo, fuori tempo e tutti da verificare.