Ci sono questioni e problemi che entrano prepotentemente nel dibattito pubblico, ma vi restano solo in termini di enunciati. Il consumo di suolo rientra perfettamente nella categoria. A commentare gli ultimi dati dell’Ispra è il Forum H20. Dati sconfortanti spiegano in una nota. La regione verde d’Europa perde altri 149 ettari di terreno.
Il rapporto ISPRA 2023 si può scaricare qui
A Pescara, complessivamente, sono più gli ettari costruiti (il 51%) che quelli liberi. Ma capofila per l’aumento annuo, relativo al 2022, è L’Aquila, che perde ben 10 ettari di terreni.
“In Abruzzo – spiegano – si continua a trasformare pesantemente il territorio per costruzioni e nuove opere aggredendo il suolo. In tutte le province abruzzesi si continua imperterriti a consumare suolo, con comuni che superano di gran lunga la media nazionale del 7%. Pescara con altri 3 ettari trasformati nel 2022 ha superato addirittura il 50% di suolo comunale consumato complessivamente. Ora siamo al record regionale del 51%!
I comuni che hanno sacrificato più suolo tra il 2021 e il 2022 sono stati L’Aquila e Cepagatti, con ben 10 ettari, seguiti da Ortona e Cupello con 8 ettari, da Mosciano e Spoltore con 7 ettari e poi Roseto con 6 ettari.”
Non va meglio nelle aree vincolate
Nelle aree vincolate sono 46 gli ettari costruiti. “Quarantasei ettari di aree sottoposte sulla carta a vincolo paesaggistico sono state trasformati in un solo anno! Addirittura nel 2022 sono stati realizzati interventi su altri 7,45 ettari a pericolosità da frana (2,38 ettari in aree a pericolosità molto elevata, 2,63 elevata, 2,14 moderata e 0,3 in aree di attenzione) e su altri 35,6 in aree con pericolo di alluvione!”
Per il Forum H2O questi dati sono l’ennesima conferma che non vi è la volontà di fermare l’aggressione al territorio e al suolo, una risorsa non rinnovabile ma si continua solo con una vuota retorica.
“Basti pensare alla nuova legge urbanistica in discussione che dietro lo slogan della sostenibilità non prevede lo stop al consumo di suolo ma solo il suo contenimento. Non fa altro, quindi, che promuoverne di nuovo, permettendo per i prossimi anni di coprire con cemento altro prezioso suolo regionale.”