23 Apr 16

Clima e gas serra, non c’è più tempo

Almeno 55 Paesi, responsabili del 55% delle emissioni globali, devono ratificare l’Accordo di Parigi, per mantenere l’aumento della temperatura media mondiale sotto i due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per limitarlo a un grado e mezzo. Cercheranno poi di andare oltre per contenerlo sotto il grado e mezzo. Ieri, Giornata Mondiale della Terra, nella sede della Nazioni Unite, hanno firmato il documento 175 Paesi tra cui l’Italia. Una corsa contro il tempo, per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, la finestra per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi, e ancora di più contenerlo entro 1.5 gradi, si sta rapidamente chiudendo, che ha fatto appello a tutti gli Stati perché ratifichino il documento velocemente. I due Paesi più inquinanti, Usa e Cina, si sono impegnati a completare l’iter entro l’anno. Secondo le rilevazioni del National Oceanic and Atmospheric Administration, nel 2015 le temperature hanno toccato la loro punta massima, 0.75 gradi in più, rispetto alla media. L’Italia negli ultimi decenni ha registrato un incremento significativo delle temperature medie, luglio scorso il mese più caldo in assoluto e rispetto al trentennio passato, un aumento di 1.42 gradi. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente sono parecchie le città italiane ed europee che registrano un inquinamento superiore perfino agli Usa, Stoccarda raggiunge 89.03 microgrammi di veleno per metro cubo, più del doppio rispetto ai 40 previsti dalla normativa europea. Roma sta sui 67.4, seguono Genova e Brescia, 66.7, quindi Firenze, 61.2. Secondo uno studio di economia ecologica segnalato dal Wwf, la natura produce 145mila miliardi di dollari l’anno in beni e servizi gratuiti, ben oltre il pil mondiale. Inoltre da un approfondimento dell’organizzazione ambientalista, 135 mila ettari di aree umide costiere italiane forniscono servizi naturali pari a 9.106 euro all’anno per ettaro. Il beneficio economico è di oltre 2 miliardi di euro, pari a circa 3.000 euro ad abitante.