22 Gen 19

Carta di Pescara, siamo all’avanguardia

In pochissimi conoscono la Carta di Pescara. Uno strumento di contrattazione all’avanguardia per le politiche industriali sostenibili di cui chiediamo di più a Rita Innocenzi, della segreteria regionale Cgil Abruzzo Molise, raggiunta telefonicamente a Bari, dove si tiene il Congresso nazionale per eleggere il nuovo segretario che sostituirà Susanna Camusso.

 

Nessuno conosce la Carta di Pescara, Legnini la cita spesso.
E’ positivo il fatto che Legnini la citi ed è uno strumento innovativo per sostenere politiche industriali sostenibili. L’Abruzzo è una Regione altamente industrializzata, con aree come la Val di Sangro, ma è anche la Regione verde dei Parchi con il maggior numero di aree protette, abbiamo fuso i due punti di forza come motori di competitività nella Carta di Pescara. 

Quali sono i vantaggi?
L’azienda che aderisce alla Carta viene certificata per la sostenibilità in base a dei parametri, significherà accesso facilitato ai bandi europei e alle risorse, meno burocrazia, riduzione degli oneri amministrativi, fiscali e tributari, agevolazioni finanziarie. L’impresa avrà un canale preferenziale per un insediamento produttivo, chi garantisce benessere, occupazione stabile e femminile avrà una valutazione ulteriormente positiva. 

Quante aziende hanno aderito finora?
Tante aziende, circa 700 hanno le carte in regola ma ancora non aderiscono. Ci sono tre livelli di certificazione in base ai requisiti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica fatti propri da una delibera di Giunta regionale nel 2016. 

E’ rivolta all’industria e alla ricerca. Mancano le piccole imprese.
Un piccolo imprenditore ha problemi con l’accesso al credito e con qualche collega territoriale continua a pensare che non genera occupazione. Carta di Pescara non è rivolta solo alle grandi industrie ma non ha un grande appeal tra i piccoli, dobbiamo cambiare la prospettiva puntare all’innovazione, alla ricerca, all’internazionalizzazione e al fare rete anche tra i piccoli. 

Un cambiamento culturale importante.
Spingendo sull’industria può crescere l’indotto per le piccole e medie imprese comunque nel filone dell’innovazione e della sostenibilità. Si creeranno subito tanti posti di lavoro? No, ma non possiamo rinunciare alla prospettiva, credo che politica e sindacato debbano superare la miopia del ritorno immediato del consenso e riprendere in mano la prospettiva. 

Carta di Pescara è uno strumento sconosciuto e poco diffuso.
E’ vero non è diffuso. Come Cgil Abruzzo abbiamo raggiunto l’obiettivo ma non è ancora uno strumento di contrattazione aziendale dove siamo presenti. La Carta dovrebbe migliorare le attività produttive e spingere lo sviluppo sostenibile in Abruzzo spero che al di là degli schieramenti vada avanti. 

Qualche iniziativa?
La Cgil nazionale ci osserva con molto interesse perché in Abruzzo siamo all’avanguardia. Al Congresso stiamo consegnando i materiali della Carta a tutti i delegati lo faremo anche con i delegati delle aziende che hanno aderito ma anche con i 700 che hanno i requisiti e con le associazioni datoriali con cui abbiamo condiviso lo strumento. L’Accordo deve però camminare nei territori e nelle aree interne. 

Siamo all’avanguardia e non lo sappiamo.
Dico sempre che la conoscenza è potere, la Carta punta agli obiettivi europei dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, agevola l’accesso ai fondi e non lascia spazio a lobby e consulenti, è uno strumento di conoscenza diffusa anche per i giovani. E’ per noi motivo di orgoglio, ma lo sarà ancor di più quando la conoscenza arriverà nei territori e nelle aree interne.

Nella foto Rita Innocenzi e la Fater spa che ha aderito alla Carta di Pescara.