Il Centro operativo comunale, Coc, ha reso noto l’elenco degli edifici comunali disponibili per l’accoglienza per chi non volesse rimanere nelle proprie abitazioni a seguito delle forti scosse di terremoto che stanno interessando le zone di Montereale, Campotosto e Capitignano. Un’emergenza aggravata dalle intense nevicate di queste ore, a seguito delle quali i territori più interni risultano isolati e senza elettricità. Le scuole aperte sono la Mariele Ventre via Ficara; la De Amicis via Polveriera est; la Dante Alighieri; la Mazzini zona Pile; la primaria di Coppito; Murata Gigotti; la primaria di Arischia; lo stadio Acquasanta; il musp a Pagliare di Sassa; il centro anziani a Civita di Bagno; l’ex centro Caritas a Preturo; la sede degli Usi Civici a Tempera; la scuola a Santa Barbara; la scuola a San Sisto e a Valle Pretara in via Aldo Moro; la struttura in bioedilizia area map di Tempera; la bocciofila a Bazzano; il circolo Sant’Anna a Preturo; l’Auditorium Shigeru Ban (conservatorio Casella); la sede Ana (Associazione nazionale Alpini) di Camarda; l’ex centro Caritas a Sassa. Scuole ed uffici chiusi anche domani, mentre il prefetto Linardi ha vietato il transito di mezzi pesanti sull’intero territorio provinciale. La Regione è in ginocchio per il maltempo mentre la nuova sequenza sismica, a sentire gli esperti del Cnr e dell’Ingv, promette sicure repliche nelle prossime ore. Torna così la paura aggravata dalle nevicate e dal gelo che metteranno a dura prova la tenuta emotiva della gente dell’aquilano, del reatino e del centro Italia interessato dalla sequenza sismica iniziata ad agosto. Anzi, il 6 aprile 2009. Resta l’amarezza che già corre sui social, Fausto Corti l’ha perfettamente sintetizzata, di avere una città sicura solo al 60%, nonostante i miliardi per la ricostruzione di questi otto anni. La battaglia per l’adeguamento sismico, combattuta più o meno debolmente dai vari fronti d’interesse, è stata persa, abbiamo ottenuto solo il miglioramento sismico delle nostre case, delle scuole e delle strutture pubbliche al 60%, e in momenti delicati come questo, resta il dubbio di quel 40% di probabilità che i nostri edifici nonostante il 6 aprile non siano affatto sicuri, non riusciamo infatti a stare tranquilli nelle nostre case e la voglia di fuggire in aree di accoglienza, resta la stessa di quasi dieci anni fa.