A Firenze si discute da sedici anni, sì, da sedici anni, sulla realizzazione di una pensilina in acciaio e vetro dell’architetto giapponese Arata Isozaki, che vinse il concorso per progettare la nuova loggia degli Uffizi, ben sedici anni fa appunto. Un progetto che convinceva poco, su cui la città s’è divisa per tanto tempo, e che lo stesso Nardella, sindaco neo eletto al posto di Renzi, in campagna elettorale ha assicurato di accantonare una volta per tutte, anche perché ormai, lo stesso Isozaki non lo avrebbe più riconosciuto, senza escludere di ripescare la proposta progettuale di Gae Aulenti, l’architetta scomparsa qualche tempo fa. Sono notizie che mostrano una Firenze vivace, dove si discute, ci si anima su un intervento ultra moderno in centro storico, per capire quanto possa piacere davvero e con quali risultati estetici per il cuore antico della città. Ed il Sindaco, i sindaci che si sono succeduti hanno lasciato fare, hanno lasciato aperto libero un confronto a tal punto da mettere in discussione il progetto di Isozaki, ottenuto con un concorso pubblico. Sono passati sedici anni ed è certo che il dibattito sarà riaperto. All’Aquila decidono in pochi e in troppo poco tempo per avere davvero la sicurezza di scelte condivise, basti guardare come hanno trattato frettolosamente Porta Barete. Abbiamo avuto in regalo l’Auditorium di Reno Piano al Parco del Castello, senza nemmeno chiedersi quanto sarebbe stato gradito lì, come inizio, per Piano, della rinascita della città che proprio dalla Fontana Luminosa avrebbe preso il via. La stessa chiesa di San Bernardino a Piazza d’Armi è stata subito odiata dall’intera comunità, decise tutto Bertolaso, decise che lì sarebbe stata benissimo, ma il malcontento resta generale. Nel post sisma abruzzese continuano a piazzare le cose e le architetture come cavoli a merenda, non si discute, non si animano dibattiti, e tutto quanto è nato fin dalle prime settimane dopo il sisma, tra i vari collettivi di giovani e proposte innovative di professionisti all’avanguardia è stato soffocato e represso. Sulla rassegnazione di oggi resta solo la speranza che non ci siano troppi scempi, persi a correre dietro solo a qualche proprietario capace di inventare pitture esterne color lilla, per la casa in centro storico, centro medievale neanche da rispettare nei colori autentici delle malte. (Nella foto, un pezzo delle antiche Cancelle, sulla sinistra, e lo scempio accanto, delle nuove Poste sulla destra in via dell’Arcivescovado).