Il 3 settembre 2014 scrivevo che c’è molto poco da sperare, se la Regione Campania vara una legge, come fatto recentissimamente, con cui sblocca le vecchie pratiche dei condoni, consente l’edificazione nelle zone costiere a rischio e sottoposte finora a vincolo, come quella amalfitana, mentre intorno al Vesuvio si potranno praticare incrementi volumetrici, purché si punti al risparmio energetico e alla stabilità antisismica. In sostanza se il vincolo a non costruire non era proprio pieno si potrà andare tranquillamente in sanatoria, un qualcosa di allucinante che dovrebbe trovare posto anche nel decreto Renzi, lo Sblocca Italia, che riduce al minimo perfino i pareri ambientali delle Sovrintendenze limitati ai luoghi in cui l’inedificabilità è totale. L’Italia è un Paese geograficamente stretto, lo stivale sarà sempre più stringato ma tutto diventa possibile, la Campania sarà presto imitata e alle prossime catastrofi, ai futuri dissesti, alle stragi e alle morti sempre più frequenti causate da dissesti ed abusi, non ci si potrà indignare più.
I mesi sono passati e con i mesi gli anni, con i dissesti dello scorso inverno, le morti ed il terremoto ad Ischia ad agosto, e per il governatore campano Vincenzo De Luca, l’abusivismo diventa improvvisamente emergenza. Poche settimane prima il Governo aveva impugnato il nuovo regolamento edilizio della Regione, ma De Luca aveva reagito così: ci stoppano la legge? Mi aspetto che venga l’esercito a demolire. Arriva però il terremoto e con esso la schizofrenia, per la Campania si tratta di almeno settantamila alloggi abusivi rispetto ai quali occorre il massimo rigore. Ad Ischia sono stati compiuti abusi di tipo criminale, con strutture costruite in zone a rischio idrogeologico che vanno abbattute il prima possibile. E’ sempre De Luca a parlare, come del resto continua a fare il Paese da Roma ad ogni ganglio della vita locale ma a comandare è sempre l’urbanistica, disastri, terremoti e dissesti, si affrontano solo quando arrivano.