E’ faticoso trovare una buona ragione per parlare delle prossime elezioni amministrative. All’Aquila, città da ricostruire senza sogni e senza visioni. Candidati, liste, nuovi e vecchi protagonismi senza slanci per fare la differenza. Di certo Di Benedetto e Biondi sono un piccolo nucleo di novità, come Carla Cimoroni, giovani preparati che potrebbero perfino cambiare il corso delle cose. C’è però tutt’intorno il solito, carovane che promettono continuità ed i pochi leoni che non si arrendono e vogliono ancora ruggire. All’Aquila post sisma non c’è un cinema degno di visioni alternative. Solo una multisala che vive di pop corn e commerciale, recidendo di netto la sfilza di spettatori che rimpiangono il Massimo o il Don Bosco. Qualcuno sceglie Pescara per vedere un film interessante. I soliti squali intorno alla cultura ed una politica piccola a genuflettersi per garantirli, le miriadi di associazioni ai margini con tutto quello che manca, perché poi basta un bella domenica a passeggiare in centro col gelato per tornare a casa contenti, ma poi sentirsi di nuovo all’angolo qualche giorno dopo. Chi aspira ad amministrare la città, le flotte di liste che ci pioveranno addosso non se lo pongono nemmeno il problema. Cialente parla di una città smart che non c’è, un uomo che ha sfiancato le critiche e livellato ogni legittima aspettativa alla sua visione che oltre le case, nulla tra chiese ed edifici pubblici e zero strategie per il futuro, non ha visto altro. Parlerò della Riserva del Vera nei prossimi giorni e della riqualificazione di Tempera come esempi rarissimi di riqualificazioni condivise perché volute dalla gente, casi a cui attaccarsi con tutto il cuore per provare a guardare oltre con ottimismo. Non ci riesco. Va bene la Cimoroni, è in gamba ed è donna, e vanno bene Biondi e Di Benedetto con un rinnovamento a sinistra da sperimentare. Articolo 1 MDP, per vedere se scenderanno davvero dalla torre a cercare la gente per capire come se la sta passando. Non sembra un’operazione chirurgica studiata per questioni di potere, chi sa i civici e chi sa come faranno Biondi e Di Benedetto a far quadrare i conti in casa propria.