Gli artisti afroamericani Adam Pendleton, Rashid Johnson, Ellen Gallagher e Julie Mehretu hanno rilevato, nella Carolina del nord, il trilocale dove nacque e visse Nina Simone, morta in Francia 14 anni fa. 95mila euro per evitare che la casa finisse nel dimenticatoio come quella di Malcolm X nel Nebraska, oggi smantellata, e di altri afroamericani impegnati per i diritti civili e contro le discriminazioni negli States. La storia di Nina Simone, leggenda del jazz e del soul, a difesa dei diritti civili, delle donne e dell’antirazzismo potrà forse trovare dimora sicura proprio dove nacque, sarebbero peraltro molte, le abitazioni di attivisti umanitari e personaggi simbolo della cultura afroamericana, dimenticate e messe in vendita. Il mio desiderio quando ho saputo che questa casa esisteva, ha spiegato Johnson al New York Times, era solo un’urgenza incredibile di assicurarmi che non fosse spazzata via. Potrebbe diventare qualsiasi cosa e qualunque progetto purché resti il ricordo della vita della Simone. Un voce incredibile e singolare, una vita tormentata e segnata dalla violenza dei suoi compagni, dagli abbandoni e dalle solitudini, dall’esilio in Francia, dalla droga e poi dalla malattia mentale. Di lei restano le incredibili interpretazioni, tra le proposte più innovative che si possano ascoltare, tra le più intense della storia del jazz. Una casa piccola, di quelle in legno, povere, spoglie, piene di foglie che il vento porta con sé come nei film, che pure potrebbe diventare un piccolo archivio museo dove studiosi e appassionati di jazz potrebbero condurre le proprie ricerche su una delle artiste più particolari della musica afroamericana. Una responsabilità che hanno voluto prendere quattro artisti, contro l’indifferenza istituzionale di quanti hanno già relegato nell’oblio personaggi importanti. Sicuramente la sua musica resterà immortale, almeno per me, salvare la sua casa è un riconoscimento alla sua storia e la garanzia che in futuro tutti avranno la possibilità di riscoprire i luoghi di Nina Simone. O di altri artisti. Al concetto di memoria e di salvaguardia, dovremmo ispirarci anche per la storia e l’arte nei nostri territori.