Parigi, Londra, Barcellona e Berlino. Metropoli a rischio gentrificazione, perché ad occuparle in certi quartieri cambiandone l’identità, è gente con i soldi, può permettersi fitti alti e si appropria di quei luoghi. Per l’ex ministro Fabrizio Barca L’Aquila correrebbe lo stesso rischio. La Germania ha prodotto spontaneamente i propri anticorpi con collettivi creativi. Ad Amburgo, gruppi di artisti hanno occupato edifici contro i piani urbani, a Berlino il movimento Spreeufer organizzava manifestazioni contro Mediaspree, investitori interessati ad immobili e terreni, i berlinesi hanno reagito, volevano mantenere fitti inferiori a quelli di altre capitali europee. Secondo la studiosa urbanista Jekaterina Balicka, la forte comunità cittadina che ha creato la Berlino contemporanea come uno dei più piacevoli ambienti urbani in Europa, è stata anche in grado di resistere ai cambiamenti che seguirono la prima ondata di gentrification. Berlino non ama masterplan e soluzioni high-end. I casi di Mediaspree e Tempelhof Park mostrano come le iniziative locali abbiano costretto i rappresentanti politici a valutare gli interessi degli abitanti e a produrre piani di sviluppo flessibili nei progetti a lungo termine. Questo è ciò che possiamo imparare da Berlino. Berlino è oggi una capitale giovane, dove si può vivere bene, pagando il giusto fitto e ci si può permettere perfino l’acquisto di una casa, volendo. A Barcellona i grandi progetti urbani delle Olimpiadi hanno alzato i prezzi nelle aree ristrutturate, le conseguenze di quell’esplosione non sono state sempre positive, ma vorrei tornare all’Aquila. Una città dove la gente non reagisce perché traumatizzata dal sisma del 2009, ma anche perché ha un concetto tutt’altro che volatile della rendita. La vuole, la rendita, e non gli importa nulla che i prezzi lievitino. Anzi. Faceva bei soldi affittando agli universitari anche le cantine delle sue vecchie dimore, oggi vuole farci anche di più e non gli importa chi comprerà o chi ci andrà, altro che i berlinesi. E Fabrizio Barca ministro, c’è anche una legge che porta il suo nome, non ha pensato ad un solo correttivo a tali deliri immobiliari, che lo Stato ha di fatto ha avallato.