Con l’emergenza era come fare la lista della spesa, una Protezione civile a gestire grandi denari, bastava presentare la fattura e Roma pagava. Dopodiché i bilanci, una città terremotata non poteva più reggersi sulla Tari, la Tasi, il Cosap, l’Imu, poche entrate e spese tante, per cui al primo bilancio di previsione Roma garantì ai terremotati 30milioni di euro per fronteggiare il disastro. Da allora Cialente non ha capito più niente. I miliardi messi a disposizione dal Cipe per ricostruire, recuperare sedi ed immobili pubblici e fare una sede unica, gli incentivi per far ripartire la città col turismo e col Gran Sasso e con un minimo di ripresa, preso com’è stato a pensare a fare questo e a fare quello, non ha fatto niente, ed ha lasciato che la città andasse in malora. Le strade ormai sono solo il passaggio obbligato dei mezzi pesanti della ricostruzione, buche, fango, polvere, verde pubblico abbandonato, servizi pubblici all’osso, eppure i contratti di servizio milionari garantiti alle sue partecipate restano intoccabili. Le grandi cose, cambiamenti e riqualificazioni urbanistiche che avremmo voluto per L’Aquila da ricostruire, le abbiamo perse per strada una ad una, per arrivare a sette anni dal sisma a non riuscire a capire neanche se spenderemo per le strade, quali strade, quale verde, quali servizi essenziali per una città che ha perso forza e identità. Il sindaco ha preferito aumentare la Tari agli aquilani del 20%, per recuperare due milioni di euro, dai cinque totali che gli mancano dopo il sisma sui rifiuti, piuttosto che toccare le poltrone di società spartite da sempre dalla politica. Roma, sui 28 milioni 602 mila 971 euro chiesti, ne ha garantiti, solo oggi, giusto 16. Cialente ha esultato in conferenza stampa con la Pezzopane, andranno a rimpolpare la manovra chiusa solo con le spese obbligatorie, e su diffida del prefetto, pena lo scioglimento per aver superato i termini, al voto dell’Aula da lunedì. Sedici, dunque, basteranno. Eravamo partiti sette anni fa con il sogno di diventare smart, con architetture riqualificate ed un turismo da far invidia al Trentino, siamo invece sotto schiaffo di chiunque. Non sappiamo fare nemmeno i conti in casa nostra e chi sa qual è la verità vera che non diranno mai.