E’ Mantova la Capitale italiana della Cultura 2016, un milione di euro sarà a disposizione della città. Punterà molto sul centro storico e la riqualificazione di beni culturali, il Sindaco Mattia Palazzi, con servizi smart e tecnologicamente avanzati per attrarre turismo. Neanche 50mila abitanti ed una prospettiva movimentata davanti, che le darà una bella sferzata di energia. Ce l’ha fatta sulle finaliste Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Non c’era L’Aquila tra le candidate, non ha proprio risposto al bando nella scorsa primavera nonostante la riscossa promessa dalla politica, dopo la sonora bocciatura a Capitale europea della Cultura, per cui il capoluogo terremotato non risultò nemmeno tra i finalisti. Siamo riusciti perfino ad ignorare il bando, che a detta del ministro Dario Franceschini, porterà negli anni, ogni anno, una capitale diversa, opportunità e visibilità internazionale. L’Aquila cerca di reagire grazie a mille piccole iniziative spesso di qualità, ma frammentate e troppo poco finanziate da una politica assente, che toglie l’ossigeno a chiunque. Non sono in rete perché è meglio non farle crescere, e non crescono perché non si mettono in rete, convinto ognuno, in questa città, che possa curare il proprio orticello meglio del concorrente, viviamo di cosette apprezzabili e ogni tanto un grande evento che ci calano dall’alto, che porta un bel respiro d’economia, incassi al commercio e un po’ di vita a chi vorrebbe rivivere il centro storico per poi tornare ai bei sonni in attesa che accada sempre qualcosa. La politica aquilana è piccola e incapace di mostrare una prospettiva di ripresa che deve puntare all’industria, alla ricerca e alla tecnologia, ma anche alla cultura, all’università e al turismo. I fondi europei non sono mai stati intercettati, siamo buoni solo a prendere e a sciupare, come il milione e mezzo di euro avuto dal Mibact per I Cantieri dell’Immaginario, progetto sperimentato per un triennio, mezzo milione sicuro l’anno, ma bocciato senza appello quest’anno che, camminando da soli con quello che sono riusciti a fare, hanno ottenuto solo 20mila euro. E neanche le dimissioni della direzione artistica.