Il Cinema Massimo, è ancora inagibile. In pieno centro storico, simbolo reale di cultura e della storia dell’Aquila, resta abbandonato da cinque anni non essendo ancora, se non sulla carta, tra le priorità della ricostruzione aquilana. Segno premonitore di una ricostruzione di qualità di cui gli amministratori non hanno urgenza, e in questi anni di disagio socio culturale, costretti anche i più puri, a sedere nelle multisala pur di vedere qualche pellicola, quello che resta è solo commerciale in una via periferica, nel quartiere di Pettino, dove di bello c’è molto poco ed è comunque perso tra il cemento delle cooperative familiari. Il Cinema Massimo su corso Federico II non ha avuto grossi danni, il finanziamento per i lavori era già stato decretato dal commissario Chiodi, per non più di un milione di euro, ma il cantiere non ha mai aperto, e più passano i mesi, più quel luogo diventa un ricordo lontano di una vita che non esiste più. Dove perfino il passeggio è diventato drammatico, perché il centro storico non vive più. Ci potrà tornare davvero un Cinema? Tentiamo quella normalità che pure non riesce ad arrivare neanche a tratti, e le camionette dell’esercito a presidiare da cinque anni gli accessi in centro, ce lo ricordano in ogni istante, è diventata e resta una zona di guerra. Il passeggio, quando c’è, diventa sempre più strano, siamo disabituati alla confusione e alle caciare delle città, stiamo dimenticando come si vive davvero, nel capoluogo terremotato. Disimpariamo lo struscio, il negozio per il corso, il gelato, il caffè in centro, il tavolinetto all’aperto, il toast all’ora di pranzo con la spremuta, la piazzetta col gazebo, la cioccolata calda d’inverno con i gazebo attrezzati con i funghi, i vicoli, i cortili dei palazzi, la storica pasticceria, la domenica col giornale, le campane delle chiese, le fontanelle, l’odore del pane e l’odore di pranzo per Costa Masciarelli o per Via Garibaldi, dipende dove si viveva o si passava a quell’ora. E a quell’ora a primavera, c’era sempre poca gente in centro, un bel tepore, ma volendo qualcuno lo incontravi, bellissime le serate all’aperto d’estate, la pizza fuori, le cene fuori, senza traffico, con gli amici e con la città sempre a fianco e disponibile, anche d’inverno quando nevicava e faceva freddo veramente. A tutto questo che manca, e manca terribilmente dopo cinque anni, un cinema, come il Cinema Massimo da riaprire subito, avrebbe significato tanto, con la vita dispersa nei 19 quartieri d’emergenza e nei centri commerciali, buoni per tutte le stagioni ormai, sempre al chiuso, non c’è più differenza.