Leggo su note a mezzo stampa che qualcuno reclama trasparenza sugli incarichi nelle società partecipate e non solo. Meglio tardi che mai. Abbiamo passato un decennio buono, nel post sisma, a cercare di capire in totale solitudine, a chiedere inascoltati accessi gli atti per questioni legate al post sisma, per rendicontazioni fantasma e banche dati inesistenti pagate fior di soldi pubblici, almeno 800mila euro ad una società partecipata, per numeri sulla ricostruzione mai visti, se non di recente, con l’Open data in collaborazione con il GSSI. Volevamo poi sapere quante case equivalenti fossero state cedute, ci risposero che gli interessati non avevano gradito questa interferenza e non ci diedero nulla, questione di privacy, salvo poi, un po’ di tempo dopo, avere tutti questi dati pubblicati sul sito dell’Ufficio speciale della ricostruzione perché erano e sono dati pubblici.
Registrammo con favore, in prima commissione, una marcia indietro sulla transazione diretta e praticamente fatta a 6mln di euro con la Cgrt per la metropolitana di superficie, nonostante i procedimenti giudiziari ancora in corso, ma nessuna voce dell’amministrazione attiva, a parte qualche rarità, si levò per chiedere chiarezza e trasparenza, fa dunque piacere tanta foga, dopo un decennio buono a combattere in totale solitudine per dire che al bando del 4% dei fondi della ricostruzione per la cultura, non avrebbe dovuto partecipare anche chi selezionava e concorreva all’assegnazione dei fondi, cioè l’amministrazione stessa, perché era una gran presa per i fondelli e ci fosse stato un politico uno, a dirci avete ragione, è una questione di civismo sacrosanto, alle persone va dato conto dell’operato pubblico. E parliamo di decine di milioni di euro. Mai un sussulto sull’affidamento/gestione dell’Aeroporto dei Parchi e neanche sulla compagine occulta di Accord Phoenix.
Un decennio di muri di gomma inaccessibili che pure nessuno ha provato a scardinare, ma oggi si ceca la cavalla e ‘n groppa ad un ciuchino si reclama civiltà, pulizia e modernità, eppure, in dieci anni e più, c’è chi non ha visto e sentito nulla. Abbiamo passato lo scorso decennio nel porto delle nebbie a cercare di capire quanti e quali incarichi fossero stati elargiti a destra e manca da un’amministrazione che ha gestito miliardi, negando trasparenza anche da parte del capo massimo dell’anticorruzione, su risorse, fondi, gestioni e piani e nessuno, in particolar modo tra gli amministratori attivi della passata gestione, a parte qualche rarità, s’è incatenato per amor di verità.
Oggi fioriscono rivoluzionari in ogni dove. Meglio tardi che mai.
Con l’auspicio che la trasparenza non sia solo strumento per parteggiare e quindi oggi è utile e domani chi lo sa, ma criterio sacrosanto per cui combattere a prescindere da chi amministra. Solo in questo modo rischieremo tutti di essere perfino più credibili, che sia un’amministrazione avversaria oppure amica, perché poi la trasparenza, questa sconosciuta, in fondo dovrebbe valere sempre e diosololosa quanto avrebbe giovato ad un decennio tra i più delicati della storia di questa città.