Mettere mano al Progetto case e map dopo 12 anni non sarà facile. 4mila 500 appartamenti, una gestione vera che non c’è mai stata, studi, consulenze e pareri messi nero su bianco per gestirli mai concretizzati, a un certo punto si fece avanti anche l’Asm spa con la presidenza Fabiani, ma di fatto la conduzione è stata sempre nelle mani di quattro dipendenti comunali che, con le armi spuntate, avranno probabilmente fatto del loro meglio.
Arriviamo ai giorni nostri e alla proposta di un nuovo Regolamento per la gestione, che ha cominciato l’iter in quarta commissione con una certezza: un debito di 20mln di euro per morosità. Prospettive di gestione, demolizione, vendita o valorizzazione da decidere e l’urgenza di fare il punto perché a quanto pare, non è detto che sappiamo bene chi le abita, chi paga e chi no e come andrà a finire questa brutta questione che di fatto peserà sulle spalle economiche di tutti gli aquilani, inutile girarci intorno, visto che il patrimonio è pubblico e fu acquisito tra le proprietà comunali dallo Stato senza fare una piega, senza dire abbiamo forse bisogno di un sostegno oppure affiancateci per capire come valorizzare questo ingente patrimonio.
La realtà, che ormai è storia, è che la valorizzazione è diventata sempre più difficile, perché nel frattempo il patrimonio è stato abbandonato, gli assegnatari non sempre ne hanno avuto la giusta cura, mentre case su case sfitte, disabitate e nuove ma invendute, hanno invaso un mercato fermo ed è difficile capire ad oggi come affrontare la materia nel suo complesso. Anche perché la vicenda è stata accompagnata dai ricorsi sulle spese da pagare dei tanti comitati nati in questi anni, oltre alla sentenza Ue, che non ha riconosciuto al patrimonio la possibilità di generare profitto in quanto nato con i fondi d’emergenza per aiutare terremotati, e nel frattempo in questo abbondante decennio, parecchi aquilani sono tornati a casa loro e lo stato dell’arte e chi li occupa ad oggi, non è detto sia così facile scoprirlo.
E’ infatti rimasto in sospeso un accesso agli atti della consigliera Carla Cimoroni, che vorrebbe sapere a quante e a quali associazioni senza scopo di lucro sono stati assegnati gli alloggi, non è detto ci sia una banca dati, avendo avuto in questi anni una gestione sempre un po’ arrangiata. A tal proposito Giustino Masciocco, visti anche i bandi di assegnazione di questi anni, ha chiesto il quadro della situazione per le prossime sedute, e cioè quanti terremotati ci sono ancora, quanti alloggi alle forze dell’ordine e sanitari, alle giovani coppie e così via e se sono ripartite le spese fisse, per poi provare a distinguere le morosità di chi ha perso il lavoro, da chi potrebbe sicuramente pagare, ed avere una base concreta per regolamentare seriamente una gestione pubblica complessa.
Peraltro gli assegnatari, da quanto è emerso, dovrebbero convincersi ad una certa mobilità tra quartieri, se volessimo davvero razionalizzare.
Sappiamo che le bollette non sono più arrivate da giugno 2018, a causa della serie di contenziosi che hanno bloccato l’invio delle spese. Una volta approvato il nuovo Regolamento partiranno le bollettazioni, ha detto il tecnico Dino Tarquini in commissione. Si chiederà un acconto sui consumi storici per chi c’è stato e sui consumi medi per chi non c’era negli anni precedenti, la giustizia ha dato finora ragione al Comune sui ricorsi dunque così sarà, sono cifre consistenti ma che non sono state mai pagate, saranno senza interessi e scaglionate, secondo l’importo, fino ad un massimo di 18 rate.
L’utenza iniziale dei terremotati si è modificata all’80%, le problematiche sono aumentate a dismisura con le diverse assegnazioni e al di là delle proposte dei singoli consiglieri, la questione va affrontata nel suo insieme, soprattutto tenendo conto di un debito ingente, che non si potrà certo accollare sulle spalle dell’intera collettività.