L’associazione Gran Sasso Anno Zero, GSAZ, chiede di rettificare alcune dichiarazioni riportate nell’articolo Gran Sasso Anno Zero non ci ha pagato, che pubblichiamo di seguito.
Non è possibile affermare che GSAZ non abbia pagato qualcuno, perché GSAZ non ha mai avuto la possibilità e la responsabilità di farlo. I fondi, e di conseguenza i pagamenti, per l’organizzazione del Festival della Montagna nelle edizioni 2014, 2015, 2016 e Winter Session 2018 sono sempre stati gestiti dal Comitato promotore dell’evento, presieduto dal Sindaco dell’Aquila. Chi vanta crediti, dunque, li vanta nei confronti del Comitato (quindi del Comune) e non di GSAZ.
Nel 2016, a causa di un errore di procedura all’interno del Comune (e non di GSAZ), si venne a creare un disavanzo di circa 25mila euro rispetto al bilancio preventivo del Festival della Montagna. In sostanza, dopo aver organizzato l’evento, scoprimmo che mancavano dei soldi per coprire le spese e pagare i fornitori. Come GSAZ, denunciammo più volte il problema pubblicamente. In conclusione, tutti i fornitori (GSAZ incluso) furono tenuti a rinunciare al 30% dei loro compensi e a firmare un atto di quietanza. L’associazione El Cap, che ora ci accusa di non averli pagati, ha firmato l’atto di quietanza, che alleghiamo.
Nel 2017 il Festival non è stato organizzato proprio per i problemi nei pagamenti del 2016, come affermammo pubblicamente. Non volevamo un Festival della montagna “indebitato”, e per questo ci siamo fermati un anno, in attesa dei pagamenti. Ci sembra peraltro un comportamento inedito in una città dove tante volte è stata malsana consuetudine organizzare eventi pubblici a debito.
La rendicontazione dell’evento Winter Session 2018 è ancora in corso a causa dei ritardi nell’erogazione dei fondi RESTART 2018, quindi di nuovo per procedure amministrative su cui GSAZ non ha alcun controllo né responsabilità. GSAZ, come altri fornitori, non è ancora stato pagato per intero.
Nell’articolo si parla di ricatti per boicottare la Festa della Montagna da parte di GSAZ. Questa è una calunnia inaccettabile. Non abbiamo mai ricattato nessuno né invitato a boicottare nulla. Abbiamo semplicemente chiarito di non essere coinvolti nell’evento “Festa della Montagna”, che è una semplice constatazione dei fatti.
Da parte nostra c’è sempre stata trasparenza totale. Noi non abbiamo nulla da nascondere rispetto al nostro operato e non a caso, ormai da anni, i bilanci del Festival sono pubblici e visibili sul sito festivaldellamontagnalaquila.it e sull’albo pretorio del Comune dell’Aquila.